Scontri in A1. Piantedosi: stop per 2 mesi alle trasferte dei tifosi di Napoli e Roma
Ecco la stangata: trasferte vietate ai tifosi di Roma e Napoli per due mesi. Il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, ha firmato ieri pomeriggio il decreto con il quale viene interdetto ai supporter delle due squadre di assistere alle partite fuori dalle mura di casa fino al 15 marzo.
La sanzione è stata decisa dopo i violenti scontri tra gli ultras romanisti e quelli partenopei avvenuti domenica scorsa all’ora di pranzo nell’area di servizio di Badia al Pino, all’altezza di Civitella in Val di Chiana, lungo l’A1. Si tratta dello stesso autogrill dove l’11 novembre del 2007 perse la vita il 26enne tifoso laziale Gabriele Sandri.
Quella di sette giorni fa è stata una vera e propria guerriglia alla quale hanno partecipato circa trecento facinorosi, quasi tutti identificati, che si erano dati appuntamento attraverso il passaparola e le chat. I tifosi napoletani si recavano a Genova per la sfida con la Samp e quelli rossoneri salivano a Milano per assistere al match della loro squadra con i rossoneri di Pioli. Negli scontri vi sono stati feriti e danni a vetture e cose, oltre al blocco per diverse ore del tratto dell’Autostrada del Sole tra Monte San Savino e Arezzo.
«Un agguato in piena regola» hanno commentato gli investigatori. Se non ci fosse stato il tempestivo intervento degli agenti della Polizia stradale in servizio nella zona, le conseguenze sarebbero state davvero disastrose: i tifosi rivali si sono affrontati infatti con spranghe, cinghie, lacrimogeni e aste delle bandiere e ci poteva scappare il morto. Per fortuna, solo un ultrà giallorosso è rimasto ferito con un’arma da taglio e si è recato con la propria auto all’ospedale di Arezzo per farsi medicare. È stato arrestato con l’accusa di rissa aggravata.
Il titolare del Viminale annunciando la decisione del divieto di accesso allo stadio durante una conferenza stampa alla prefettura di Trieste, ha parlato anche di «qualche provvedimento di prevenzione» non alternativo a misure individuali, come i Daspo, per coloro che hanno partecipato ai violenti scontri di domenica scorsa , per i quali sono ancora in corso indagini da parte della polizia. La sanzione dello stop alle partite in trasferta è stata assunta dal ministro dopo aver preso atto delle valutazioni del Comitato di Analisi per la Sicurezza delle manifestazioni Sportive che ha accertato la gravità degli episodi di violenza avvenuti domenica 8 gennaio e il concreto pericolo che «tali comportamenti possano ripetersi pregiudicando così l’ordine e la sicurezza pubblica».
Scongiurato comunque lo stop fino al termine della stagione calcistica, come da più parti, tra le tifoserie azzurra e giallorossa, si temeva. I tifosi del Napoli dunque non potranno essere presenti nelle trasferte contro Salernitana, Spezia, Sassuolo ed Empoli: per loro, come i romanisti contro Spezia, Napoli (lo scontro diretto è in calendario domenica 29 gennaio), Lecce, Cremonese. I settori ospiti degli stadi saranno sbarrati e non si potranno vendere biglietti per l’accesso agli impianti sportivi a chi risiede nelle provincie di Roma e Napoli.
L’unico precedente di divieto delle trasferte per gli ultras di calcio risale a quasi nove anni fa con l’analogo provvedimento firmato dall’allora ministro degli Interni Angelino Alfano, che riguardò i tifosi dell’Atalanta, “bloccati” per tre mesi a seguito dei gravi episodi di violenza che si verificarono al termine dell’incontro casalingo dei bergamaschi contro la Roma del 22 novembre del 2014.
Intanto si è appreso che a Verona sono stati emessi dal questore 13 Daspo (Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive) per l’aggressione ai tifosi marocchini dello scorso 6 dicembre, quando anche nella città scaligera di svolsero i festeggiamenti per la vittoria della nazionale nordafricana ai Mondiali contro la Spagna.
I destinatari del provvedimento (con il quale si vieta l’accesso negli impianti sportivi sul territorio nazionale e degli altri Stati dell’Ue) sono tutti militanti di gruppi dell’estrema destra cittadina. Due Daspo hanno, in particolare, una durata di 5 anni, con obbligo di firma in questura, mentre gli altri 11 riguardano periodi compresi tra uno e due anni.