Firenze. «Condizioni inumane in carcere». Sconto di pena per un detenuto
L'ingresso del carcere di Sollicciano-Firenze
Dieci mesi in meno dietro le sbarre: è lo “sconto di pena” riconosciuto al detenuto per condizioni “inumane” in carcere. L’ordinanza dell’ufficio di sorveglianza di Firenze è destinata a creare un “precedente pesante”. Perché come il detenuto, che potrà scontare precisamente 312 giorni in meno, vincendo un ricorso in cui ha denunciato di aver subito condizioni di detenzione nel carcere di Firenze-Sollicciano – dove era stato recluso per otto anni – ce ne sono tanti altri. E non solo a Firenze dove le condizioni nelle celle sono “tali da costituire un trattamento inumano e degradante” a causa delle pessime condizioni della casa circondariale.
A disporre la misura e accogliere il ricorso è stato l’ufficio di sorveglianza di Firenze con un’ordinanza, il quale ha riconosciuto le sue motivazioni ai sensi dell’articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo.
«L’ordinanza dell’ufficio di sorveglianza che prevede lo sconto di pena per il detenuto a causa delle pessime condizioni del carcere crea ora un precedente pesante – dichiara il segretario generale dell’Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria (Osapp), Leo Beneduci – Dalle nostre informazioni altri duecento detenuti nel carcere di Firenze-Sollicciano vogliono fare lo stesso tipo di ricorso, sicuri di vincerlo a questo punto. Ma a tale provvedimento potrebbero presto associarsi altre centinaia se non migliaia di detenuti, tenuto conto della fatiscenza e dell’incuria di almeno il 70% delle carceri italiane».
Per il sindacalista in questo caso si tratterebbe di detenuti che verrebbero «restituiti alla libertà con larghissimo anticipo ed appare inutile sottolineare come ciò mini alle fondamenta i presupposti dell’emenda e del recupero sociale delle pene da scontarsi nell’attuale ed ormai inadeguato sistema penitenziario italiano, oltre a costituire un grave problema in termini di ordine pubblico».
Secondo Beneduci inoltre, si tratterebbe dell’ «unico caso al mondo dove lo Stato, a causa delle reiterate e gravi inefficienze dei propri apparati ed in primo luogo dell’amministrazione penitenziaria centrale, risarcisce i detenuti attraverso sconti di pena di tale entità e, oltre alla beffa inaccettabile nei confronti delle vittime di quei reati su cui verrebbe calato un improvviso colpo di spugna».