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LE NUOVE FRONTIERE. Sclerosi multipla: la ricerca fa sperare

Lucia Bellaspiga sabato 13 ottobre 2012
​Due milioni e mezzo di malati nel mondo, 630mila dei quali in Europa e 65mila in Italia, dove ogni anno vengono diagnosticati 1.800 nuovi casi. Sono i numeri, gravi, di un’altrettanto grave patologia, la Sclerosi multipla (Sm), malattia neurologica che interessa il sistema nervoso centrale e tende a peggiorare nel tempo, spesso fino a impedire completamente i movimenti degli arti, la vista, la parola e le altre funzioni nervose. «Qui a Lione sono riuniti 7.000 neurologi da tutto il mondo e il messaggio che mandiamo ai pazienti è fortemente positivo – dice Giancarlo Comi, direttore dell’Istituto di Neurologia sperimentale all’università "Vita-Salute" del San Raffaele di Milano, in Francia per partecipare al XXVIII Congresso europeo dedicato al trattamento e alla ricerca sulla Sm –. Oggi possiamo dire che è in arrivo un’ondata di nuovi farmaci di dimostrata efficacia. Nella sfortuna, nessuna malattia ha beneficiato della ricerca farmaceutica quanto la sclerosi, e migliaia di neurologi qui riuniti per una sola patologia lo dimostra».A essere colpita è la mielina, ovvero la guaina che riveste i nervi e trasmette gli impulsi dal cervello: quando nella mielina compaiono lesioni (o placche, per cui si parla anche di Sclerosi a placche), il segnale nervoso è rallentato o bloccato lungo le fibre del cervello e del midollo spinale. La comunità scientifica ha sferrato la sua lotta alla sclerosi ormai da un secolo, cercando da una parte di scoprirne la causa e dall’altra di mettere a punto terapie. «Il panorama presente è quello di cure molto efficaci – conferma Gianluigi Mancardi, direttore del Dipartimento di Neuroscienze all’università di Genova –. Si va da quelle di prima linea, che si somministrano inizialmente, a quelle di seconda linea, che subentrano quando le prime non funzionano o la malattia ha un decorso aggressivo da subito. Sono terapie di nuova generazione molto interessanti, che diminuiscono fortemente il numero di ricadute e rallentano la progressione della malattia». Già da un anno sono in vendita immunosoppressori molto efficaci (impediscono che dagli organi linfatici fuoriescano le cellule che danneggiano la mielina. La Sm infatti è una malattia autoimmune), ma «altre terapie ora in sperimentazione usciranno tra un paio d’anni – annuncia Mancardi –: sono totalmente innovative e avranno forte impatto sulla qualità della vita dei malati. La ricerca però prosegue anche sulla riabilitazione e sulle cause della patologia. La si studia da cento anni, ma i passi da gigante si stanno facendo ora: solo 15 anni fa non c’era alcuna terapia».