«Dov’è la famiglia? Dov’è relegata oggi? Non è morta, come qualcuno profetizzava o forse sperava. Non è neppure finita, ma certo è sotto attacco sul piano culturale, messa in difficoltà su quello sociale, fiaccata quanto a risorse economiche». Don Antonio Sciortino, da 11 anni alla direzione di
Famiglia Cristiana, dal suo osservatorio privilegiato guarda con un certo scoramento alla situazione italiana. Non per arrendersi, però. Anzi. Insieme alla redazione ha deciso di rinnovare completamente il settimanale alla vigilia degli 80 anni della storica testata cattolica. Puntando tutto, centrando tutto, proprio sulla famiglia. Più che un
newsmagazine, un "familiare" nel vero senso della parola: «In ogni numero leggeremo la realtà partendo dalla dimensione familiare e chiederemo conto di quanto si fa pro o contro la famiglia», promette.
«Dov’è la famiglia?», lo slogan della vostra campagna è in realtà la domanda chiave dell’Italia di oggi. E quelle case vuote che compaiono nei vostri spot fanno un po’ paura: il destino è la scomparsa?No. Anzitutto perché ci sono ancora 22 milioni di nuclei familiari nel nostro Paese, anche se in difficoltà. Ma soprattutto perché la famiglia è ancora l’unica risposta valida per il futuro. Rappresenta un capitale umano ed economico eccezionale. Se sta bene la famiglia sta bene il Paese. La famiglia non è un problema, ma una risorsa. Che però ha bisogno di essere riconosciuta e attivata.
E invece si ricorre alla famiglia solo come ammortizzatore di ultima istanza.Ma così non reggerà ancora a lungo. Occorre mettere in campo una politica strutturale, non bonus estemporanei. Abbiamo un tasso di natalità bassissimo, entro il 2050 avremo 20 milioni di anziani e solo 8 milioni di giovani, eppure questo tema cruciale non riesce a trovare adeguata attenzione da parte della politica. Nessun governo, negli ultimi decenni, ha sviluppato una seria politica a favore della famiglia. Eppure questa dovrebbe essere una questione unificante, non ci si può dividere. Non fosse altro perché cos’è la famiglia, quale ruolo possa e debba svolgere sta scritto con chiarezza negli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione.
Servirebbe un fisco più equo per le famiglie con figli, ma si risponde che non ci sono soldi...Le promesse vanno onorate. Nessuno pretende una riforma immediata. Ma si può e si deve cominciare un cambiamento graduale. E poi come si può pensare di far ripartire l’economia e i consumi, se non si dà ossigeno ai redditi delle famiglie in caduta libera? E ancora: senza politiche di conciliazione tra famiglia e lavoro, le donne continueranno ad essere costrette a una scelta drastica fra professione e maternità. Noi non siamo schierati con alcuna forza politica, ma vogliamo essere un pungolo per tutte. I nostri riferimenti rimangono il Vangelo e la Dottrina sociale della Chiesa.
Proprio l’ultimo rapporto del Cisf, il vostro centro studi sulla famiglia, segnalava però che a scoraggiare la scelta di avere un figlio non erano solo le condizioni economiche. Occorre agire anche sul piano culturale, educativo.È vero. C’è anche qui un’emergenza educativa alla quale rispondere. E noi non ci tiriamo indietro. La nuova
Famiglia Cristiana che portiamo in edicola da mercoledì, oltre che sui temi sociali, sarà centrata su una dimensione valoriale e di servizio proprio alle giovani coppie. Con sezioni e rubriche ricche di consigli, aiuti pratici. Sull’"essere genitori", sull’"educazione all’amore", solo per fare due esempi. Ancora, nel prossimo numero avremo un inserto centrale di servizio sui bambini da 0 a 1 anno e un’inchiesta sulle scelte delle famiglie su "cosa fare dopo la scuola". Tracceremo poi un primo bilancio del pontificato di Benedetto XVI. Il titolo, in risposta agli attacchi di questi giorni, dice già tutto: "Cinque anni a servizio della verità".
Ecco, oltre alla famiglia, qual è la Chiesa che il settimanale racconterà?Quella del Popolo di Dio anzitutto. Il Papa e la Chiesa oggi sono sotto attacco perché rappresentano gli unici baluardi contro il relativismo, su temi come la vita e la famiglia rappresentiamo una contraddizione per chi vuole ridurre la morale a "ognuno decide per sé". Dobbiamo essere più presenti e avere più coraggio. La Chiesa ha ancora un grande patrimonio di credibilità che si fonda sul proprio impegno, sull’essere accanto, che va ulteriormente valorizzato.