PROTESTE CONTRO LA MANOVRA. Tir, Italia in ginocchio Ad Asti autista travolto da automezzo
Tragedia all'alba nell'astigiano al presidio degli autotrasportatori sulla statale 10 nei pressi di Asti ovest. Un uomo di 45 anni che partecipava al presidio è stato travolto e ucciso da un Tir con targa straniera e condotto da una donna tedesca. L'incidente si è verificato poco dopo le 5. A travolgere l'uomo è stato un mezzo pesante che stava riprendendo la marcia dopo la fermata notturna. Sul posto la polizia stradale di Asti sta effettuando i rilievi per ricostruire l'esatta dinamica dell'incidente.
LA PROTESTASi è estesa a tutta Italia la protesta degli autotrasportatori che era cominciata in Sicilia con il "Movimento dei forconi" e contro gli aumenti del gasolio, dei pedaggi autostradali e dell'Irpef. Scattato alla mezzanotte, lo sciopero dei Tir che andrà avanti sino a venerdì, sta provocando disagi su molti tratti della reteautostradale, anche con la chiusura di caselli e sulletangenziali che attraversano le città. L'adesione è "superiore a qualsiasi aspettativa", fa sapere il movimentoTrasportounito, secondo cui proprio questo è un segnale della "gravità" della crisi. La protesta è seguita "con molta attenzione" dal governo "perché nulla esclude che questi malesseri possano sfociare in manifestazioni di tipo diverso", ha assicurato il ministro dell'Interno Rosanna Cancellieri, che domani riferirà al Senato sulle conseguenze del blocco degli autotrasportatori in Sicilia, e che comunque ha già avvertito: "non saranno tollerati blocchi stradali;fin dove si può useremo tolleranze e dialogo, però bisogna anche tenere presenti idiritti dei cittadini". Se gli incolonnamenti sulle autostrade si registrano in tutta Italia, in alcune regioni le proteste hanno portato alla chiusura dei caselli: in Lazio Sulla A1, nel tratto Roma-Napoli, sono chiusi i caselli di Frosinone e Anagni; in Puglia sulla A14 Bologna-Taranto sono bloccate le entrate di Poggio Imperiale, San Severo, Foggia e Andria; in Emilia Romagna sulla A14 è off limits il casello di Cesena; e nelle Marche il fermo riguarda i caselli di San Benedetto del Tronto, Porto Sant'Elpidio, Civitanova Marche e Ancona Sud. A Napoli in città bloccati gli accessi e le uscite per e da l'A3.
IL MINISTRO: NON SARANNO TOLLERATI BLOCCHI STRADALI
"Non saranno tollerati i blocchi stradali". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, parlando delle manifestazioni di protesta in corso nel Paese. "Fin dove si può - ha aggiunto - useremo tolleranze edialogo, però bisogna anche tenere presenti i diritti dei cittadini". L'AUTORITA' DI GARANZIA PENSA A SANZIONI"I blocchi causati dalla protesta sono inaccettabili", ha detto Roberto Alesse, presidente dell'Autorità di Garanzia sugli scioperi, annunciando che aprirà "un procedimento per valutare le sanzioni da irrogare a chiunque stia violando la legge e danneggiando i cittadini". Sulla stessa linea il ministero, che ricorda di aver convocato le associazioni dell'Autotrasporto lo scorso 11 gennaio per fare il punto sui problemi e richieste e di aver assunto "concreti impegni, immediatamente attuati". Dunque, aggiunge il dicastero, "non si giustificano le gravi azioni di blocco che tuttora persistono".BLOCCATI STABILIMENTI FIAT
La protesta dei conducenti dei Tir bloccherà da domani mattina la produzione negli stabilimenti di Fiat Auto."La produzione sarà fermata da domani mattina negli impianti Fiat di Melfi, Cassino, Pomigliano e in quello della Sevel", ha detto un portavoce Fiat interpellato da Reuters. La decisione, motivata dalla mancanza di componenti, sospende praticamente la produzione del gruppo in Italia: a Melfi si fabbrica la Fiat Grande Punto, a Cassino i modelli Fiat Bravo e Alfa Giulietta, a Pomigliano la nuova Panda che si appresta al lancio sul mercato. Lo stabilimento Sevel di Atessa produce i veicoli commerciali leggeri per Fiat e Psa.LA RABBIA DEI TASSISTILa rabbia dei tassisti contro la fermezza di Mario Monti che ieri ha difeso a spada tratta il decreto liberalizzazioni. Sarà questo lo scontro che va in scena oggi nelle piazze d'Italia dove le auto bianche si fermano per protestare ancora una volta contro le scelte del governo. Uno sciopero annunciato di 14 ore, dalle 8 alle 22, che potrebbe trasformarsi, vista l'esasperazione che circola tra i tassisti, in una giornata di fuoco: "Non hanno capito cosa sta per succedere, hanno svegliato il gigante che dorme. Lunedì scenderà in piazza anche la rabbia" ha avvisato il segretario nazionale di Ugl-Taxi Pietro Marinelli stanco ormai di un "governo irresponsabile e bugiardo". "Chiederemo al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di non firmare il decreto - ha annunciato il segretario nazionale di Unica-Cgil, Nicola Di Giacobbe -, e chiederemo alla forze politiche di assumersi le proprie responsabilità e di non scaricare la crisi sui tassisti".I tassisti, in particolare quelli romani che già hanno manifestato per cinque giorni consecutivi, sono pronti a incrociare le braccia con la minaccia di bloccare alcune città. A Bologna 250 tassisti di Toscana, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino si sono dati appuntamento nel capoluogo emiliano per sfilare con un 'serpentonè di auto bianche dalla periferia al centro. A Roma, invece, sarà come sempre il Circo Massimo l'arena della loro 'battaglià, dove alle 11 è previsto un comizio dei sindacalisti.Tanti i punti del decreto mal digeriti dai tassisti: dall'"aumento di licenze alla extraterritorialità fino all'Authority che dovrà gestire il settore. "Non è immaginabile fare le liberalizzazioni - si è lamentato un tassista - oggi siamo già tanti in servizio e aggiungere altre auto in circolazione significa solo far perdere il lavoro a molti di noi".Ma dal governo sembra non arrivare nessuna intenzione di dietrofront. Per il ministro per la Cooperazione Andrea Riccardi il nemico non sono i tassisti ma "la paura che fa tutti arroccare. Tutti abbiamo paura dei cambiamenti - spiega -, della crisi e ciascuno si vuole arroccare nella sua fortezza, sia nel mondo economico come nella società. Le liberalizzazioni sono un rischio ma anche una ventata nuova, l'apertura alla speranza". In aiuto della categoria va il sindaco di Roma Gianni Alemanno che cerca di organizzare un incontro tra gruppi parlamentari e sindacati dei taxi in modo tale da far "terminare rapidamente lo sciopero": "C'è convergenza tra gli interessi dei comuni e quelli della categoria dei tassisti - ha spiegato il primo cittadino - Credo che i comuni non possano essere espropriati della potestà di decidere sulle licenze, perché i taxi sono Tpl". Secco il commento del senatore dell'Idv Stefano Pedica: "Alemanno teme di perdere l'autorità su una categoria che più lo ha aiutato ad arrivare in Campidoglio". A Napoli 441 tassisti sono stati denunciati dalla Polizia municipale per il reato di interruzione di pubblico servizio. Si tratta per la maggior parte dei tassisti che dall'11 al 17 gennaio hanno occupato piazza del Plebiscito per protestare contro il pacchetto di liberalizzazioni del governo.27 GENNAIO - FERROVIE E SINDACATI DI BASELo sciopero di 24 ore (dalle 21 del 26 gennaio) è stato proclamato dall'Orsa per protestare contro quello che viene considerato "un attacco al lavoro", ovvero la cancellazione dell'obbligo di applicare il contratto nazionale di settore. I sindacati di base protestano invece contro la manovra 'salva-Italià "che riduce il potered'acquisto dei salari attraverso l'aumento dell'Iva, dell'Irpef locale, dei ticket sanitari, delle accise sulla benzina", contro l'adozione dell'Ici sulla prima casa e contro la riforma delle pensioni.1 FEBBRAIO - FARMACIENonostante il passo indietro del governo sui farmaci di fascia C, Federfarma ha annunciato la chiusura dei punti vendita "se il Parlamento non modificherà il testo del decreto". La Federazione è favorevole a nuoveaperture pari ad un massimo del 10% del totale delle farmacie esistenti e rifiuta la prospettiva di un aumento dell'attuale numero fino a un massimo di 7.000 esercizi in più.23-24 FEBBRAIO - AVVOCATII legali hanno proclamato sette giorni di sciopero, i primi due il 23 e il 24 febbraio, gli altri a marzo a cavallo del loro congresso straordinario, convocato per il 9 e il 10 marzo. Pronti anche sit-in davanti al Parlamento e a Palazzo Chigi.BENZINAI - 10 GIORNI DA DEFINIREIl fronte dei gestori è spaccato. La Figisc Confcommercio è stata la prima a minacciare 7 giorni di serrata, ma è pronta a revocarli, mentre Faib e Fegica hanno per il momento confermato i loro 10 giorni di agitazione (da effettuare in pacchetti di tre giorni consecutivi al massimo), in attesa di vedere il testo definitivo del decreto. In questo caso però la Fegica non lamenta un eccesso di liberalizzazioni, ma una carenza, perchè il decreto sarebbe troppo "rispettoso" delle esigenze dei petrolieri. Il problema di fondo è quello dell'esclusiva e di come verrà modificata.