Attualità

Lo scontro Pd-M5S. Dopo Bari ecco Torino, Schlein via al codice etico

Arturo Celletti lunedì 8 aprile 2024

La fotografia è desolante. Il Pd dopo Bari (proprio oggi partono gli interrogatori) fa i conti con Torino. Una brutta vicenda di voto di scambio. Salvatore Gallo personaggio di riferimento del Pd a Torino è sotto indagine della procura per corruzione elettorale, estorsione e peculato e il figlio Raffaele dal 2021 presidente del gruppo regionale Dem si dimette e ritira la candidatura per le prossime elezioni. Con la testa al voto europeo Conte picchia duro sul Pd. Ma Schlein reagisce. La linea è quella del pugno di ferro. Della tolleranza zero. Via a un nuovo codice etico. E pronta i passi per commissariare il partito sotto la Mole. E intanto dal centrodestra parla il vicepremier Tajani sulle inchieste di Torino e Bari: «Bisogna fare chiarezza, io sono garantista non uso mai le vicende giudiziarie per attaccare gli avversari, però ci sono episodi di malcostume politico e quelli vanno rimossi e vanno modificati certi atteggiamenti».


LO SCONTRO CONTE-SCHLEIN

Due leader si sfidano. Si accusano. Si fronteggiano. Tutto con la testa al voto europeo di fine giugno. Tutto con l'obiettivo di prendere un voto più dell'altro per candidarsi a guidare l'opposizione al governo Meloni. Da una parte c'è Giuseppe Conte e dall'altra c'è Elly Schlein. Mai distanti come oggi nonostante l'intesa elettorale sembra tenere: su 27 capoluoghi di provincia al voto a giugno in 17 c'è già l'intesa tra Pd e M5S. Ma veniamo allo scontro Il capo del Movimento 5 stelle capisce le difficoltà del Pd e detta le condizioni affondando il colpo: io sto con Elly solo se caccia caicchi e capibastone. Poi bissa il colpo. «Schlein cambi il Pd come aveva promesso, prima che il Pd cambi lei». La tensione sale e Conte insiste: «Accusarci di slealtà offende il popolo che ha creato il M5S e che, dal 2009, ha fatto del principio della legalità la nostra stella polare. Per noi non sono in gioco delle beghe tra partiti o tra leader, è in gioco la sostanza politica. Si tratta di rinnovare la classe dirigente per costruire qualcosa di diverso dall'Italia che non ci piace. Non possiamo fare spallucce». La risposta è decisa. Schlein non fa spallucce, usa il pugno duro. Avverte Conte: «Non si può andare avanti a strappi e ultimatum. Solo uniti si vice e chi si sfila si prende la responsabilità». E prepara la contromossa decidendo di varare subito il nuovo codice etico. Schlein spinge decisa. Dice basta correnti. Basta capibastone. Basta condizionamenti. E con la testa alla liste per le europee avverte: non accetto condizionamenti, per le liste decido io


VIA NEL PD AL NUOVO CODICE ETICO

Ecco la mossa di Elly. Ecco la sua rivoluzione: un nuovo codice etico per i candidati. Il senatore Dem e Commissario del Pd in Campania, Antonio Misiani, ha messo a punto, insieme ai segretari provinciali, un nuovo Codice di autoregolamentazione per i candidati che «potrebbe benissimo essere esteso ovunque», adattato ad ogni realtà regionale e comunale. E che verrà ufficializzato per la prima volta nelle prossime ore in una riunione di partito campano. Si tratta di un pacchetto di misure che inchioda il candidato all'obbligo di trasparenza e moralità. Prima di tutto, chi vuole rappresentare il partito nelle varie istituzioni dovrà fornire il proprio certificato penale. Poi, dovrà sottoscrivere un'autodichiarazione in cui si impegna a denunciare eventuali fenomeni di condizionamento del voto; episodi di voto di scambio; intimidazioni nel corso della campagna elettorale e tentativi di corruzione o concussione durante il mandato elettivo o amministrativo. Tra i vari impegni che si chiedono ai candidati democratici ci sono anche quelli di sottoscrivere il "codice etico" e di dichiarare di non essere in condizioni di incandidabilità rispetto al "Codice di autoregolamentazione antimafia". L'applicazione in Campania di questo nuovo Codice verrà affidata dal Pd al magistrato Franco Roberti, già Procuratore Nazionale Antimafia ed eurodeputato Dem.

LE PROSSIME MOSSE DEL PD

La "rivoluzione etica" potrebbe essere applicata anche a realtà come quella di Bari e del Piemonte e potrebbe essere considerata una prima risposta a chi nel partito, come il deputato Andrea Orlando, chiede con forza una riforma del Pd e una maggiore e più capillare selezione della classe dirigente. Ad ogni livello. Una voce che con le ore diventa un coro. «Occorre una bonifica seria, una riflessione strutturale della pervasività del malaffare nei territori della politica, di tutta la politica», dice il presidente di Sinistra italiana ed ex governatore pugliese Nichi Vendola. E insiste: a Bari «ma non solo, bisogna ripartire da due parole: verità e unità. La verità ci dice che un ventennio magnifico di crescita e innovazione che abbiamo chiamato "primavera pugliese" è stato macchiato e ammaccato da quelle pratiche di trasformismo che spesso aprono le porte all'intrusione mafiosa».