Ecco i punti principali e gli obiettivi del governo Renzi con la Legge di stabilità
Zero contributi per chi assume
Tre anni a "zero contributi" per le imprese che assumono. E via la componente lavoro dall'Irap, la tassa "più odiosa" che già era stata ridotta del 10% lo scorso
anno. Il governo, annuncia il premier Matteo Renzi, mette sul
piatto "18 miliardi" di taglio delle tasse in una legge di
stabilità che 'lievità a 30 miliardi (11,5 in deficit e 16
dalla spending review) e che è tutta espansiva e guarda a
giovani, lavoro e imprese per cercare di agganciare la ripresa.
Meno tasse per 18 miliardi e famiglie
Non solo stabilizzazione del bonus (10 miliardi). Sul fronte fiscale Renzi annuncia anche mezzo miliardo di detrazioni per le famiglie. Potrebbe non essere però la tanto invocata estensione del bonus, per la quale servirebbero risorse più ingenti, quanto interventi mirati (magari grazie alla revisione delle tax expenditur) per sostenere in particolare chi ha figli o chi è più in difficoltà.
Sostegno alle imprese: Irap e contributi
Il resto viene impegnato per sostenere il mondo produttivo: 6,5 miliardi
andranno per l'abolizione della componente lavoro dall'Irap, che
si aggiunge al taglio del 10% già operato nel 2014. Una piccola
rivoluzione, seconto il governo, che va a braccetto con l'altro intervento con cui Renzi sfida le imprese a fare contratti stabili: lo sgravio per
le nuove assunzioni indicato nel Jobs Act si concretizza infatti
già con la legge di stabilità, sotto forma di decontribuzione
per tre anni per i nuovi assunti. Il contratto a tempo
indeterminato "così diventa vantaggioso", e non ci sono più
alibi per non assumere. Per sostenere il Jobs act il governo si
è anche già impegnato a destinare 1,5 miliardi aggiuntivi al
finanziamento dei nuovi ammortizzatori sociali.
Ai Comuni un miliardo per gli investimenti
Confermato poi l'allentamento del Patto di stabilità interno per i Comuni, che
avranno a disposizione 1 miliardo per gli investimenti.
Scuola, ristrutturazioni, forze dell'ordine
Nel menù della legge di
stabilità ci dovrebbero essere anche risorse per la "buona
scuola" (1 miliardo), il rinnovo dell'ecobonus e del bonus
ristrutturazioni (1 miliardo) lo sblocco degli scatti per le
forze dell'ordine (900 milioni). Oltre ai 3 miliardi che servono
a sterilizzare il taglio lineare delle detrazioni fiscali,
eredità del governo Letta, e 5-6 miliardi per le spese
indifferibili. Un conto che, con le ultime misure annunciate
dal premier, arriva appunto a circa 30 miliardi.
Dove trovare i soldi
Oltre la metà, secondo le ultime indicazioni di Renzi, dovranno arrivare dalla
spending. Finora però si era arrivati a circa 10-12 miliardi, a
carico soprattutto delle amministrazioni periferiche (5-6
miliardi, di cui 3-4 dalle Regioni, sanità inclusa, il resto tra
Comuni e Province). Dai ministeri si punta ad ottenere almeno
4-4,5 miliardi, partendo dalle proposte indicate dai singoli
dicasteri che arrivavano a 3. Tra 500 milioni e 1 miliardo
potrebbe fruttare poi la sforbiciata alle partecipate locali. Il
resto si sta definendo in queste ore, facendo uso anche dalle
proposte del commissario Carlo Cottarelli. Altre risorse potrebbero arrivare
dalla lotta alle frodi sull'Iva, con il reverse charge. Mentre i
maggiori introiti della lotta all'evasione potrebbero essere
cifrati in 3 miliardi.
Tfr, partita ancora aperta. Si tratta con le banche
Ancora aperto, così come l'idea della "tassa unica comunale", il nodo del Tfr, che il premier vorrebbe a tutti i costi, tanto da annunciare un imminente accordo con le banche per trasferire "per chi lo vuole su base mensile" quei soldi direttamente in busta paga. Le banche fanno sapere di non aver ancora ricevuto un testo ma di essere "pronti senza pregiudizi" a esaminare la proposta di convenzione per non fare mancare liquidità alle Pmi.