Sono generalmente soddisfatti dell’esperienza scolastica, anche se quasi la metà, se potesse tornare indietro, cambierebbe indirizzo di studio. Riserva molto spunti di riflessione, il Rapporto sui diplomati italiani diffuso ieri da Almadiploma, che ha coinvolto circa 40mila studenti di oltre 300 istituti scolastici, aderenti al consorzio. Al centro dell’indagine c’è il fattore “orientamento”, decisivo per una soddisfacente ed efficace scelta del percorso di formazione, anche in vista dell’inserimento nel mondo del lavoro. Una scelta che, però, a 14 anni non è sempre azzeccata. Lo dimostra il 46% dei ragazzi intervistati dai ricercatori di Almadiploma, che hanno dichiarato che, se ne avessero la possibilità, cambierebbero l’indirizzo di studio e, molti, anche la stessa scuola. Secondo gli autori dell’indagine, questo “rigetto” potrebbe essere evitato, organizzando gli ordinamenti scolastici con un biennio delle superiori uguale per tutti gli indirizzi, posticipando così la scelta vera e propria intorno ai 16 anni. Per Andrea Cammelli, fondatore e direttore del Consorzio interuniversitario AlmaLaurea, di cui Almadiploma è emanazione, sono due i «nodi cruciali» da affrontare: «La necessità, da un lato, di una diffusa e condivisa cultura della valutazione interna alla scuola e, dall’altro, l’opportunità di offrire agli studenti un orientamento più mirato alle proprie esigenze individuali». Circa le ragioni di chi, potendo, cambierebbe scuola, il 41% lo farebbe principalmente per studiare materie diverse, il 22% per compiere studi che preparino meglio al mondo del lavoro, il 15% per compiere studi più adatti in vista dei successivi impegni universitari. Qualunque sia la motivazione per cui cambierebbero, quasi il 70% di essi si dichiara comunque soddisfatto del corso di studi appena concluso. In generale, l’82% dei diplomati intervistati, ha dichiarato la propria soddisfazione circa la scuola frequentata. Ad essere promossi sono soprattutto i professori (il 78% dei diplomati è soddisfatto della loro competenza, il 72% della chiarezza espositiva e della disponibilità al dialogo e il 63% è soddisfatto della loro capacità di valutazione), mentre decisamente bocciate sono le infrastrutture e i diversi aspetti dell’organizzazione scolastica. L’adeguatezza dei laboratori, delle aule e degli impianti e attrezzature sportive è ritenuta infatti soddisfacente rispettivamente dal 53%, dal 51% e dal 49% degli studenti. Circa le prospettive post-diploma, il 54% degli intervistati intende iscriversi all’università, il 21% pensa di cercare un lavoro, il 7% ritiene di riuscire a conciliare entrambe le attività. Il 15% dei diplomati è invece ancora incerto sul proprio futuro e una quota particolarmente elevata (23%) di indecisi, si trova tra i diplomati tecnici, seguiti dai professionali (19%). Chi, invece, sceglie di proseguire gli studi all’università (per il 65% si tratta di liceali), è spinto soprattutto da tre motivazioni: poter svolgere - grazie alla laurea – l’attività professionale di proprio interesse, approfondire i propri interessi culturali e avere in futuro un lavoro ben retribuito. La stragrande maggioranza (il 90%) dei diplomati intenzionati ad iscriversi all’università, infatti, ritiene decisamente importante almeno una di queste tre ragioni. La stabilità del posto di lavoro, è infine una condizione desiderata dai giovani diplomati. Gli intervistati da Almadiploma attribuiscono particolare importanza (alta percentuale di “decisamente rilevante”) a quattro aspetti: la stabilità/sicurezza del posto di lavoro, l’acquisizione di professionalità, la possibilità di guadagno e la carriera.