Il gup di Milano Alessandra Clemente ha
prosciolto Eni e l'ex-amministratore delegato Paolo Scaroni dall'accusa di corruzione internazionale nell'ambito dell'inchiesta su presunte tangenti che sarebbero state pagate da Saipem per ottenere contratti in Algeria. Lo riferiscono fonti legali, precisando che è stato prosciolto anche il dirigente di Eni, Antonio Vella, all'epoca dei fatti responsabile per il Nord Africa. "Eravamo certi della sua innocenza", ha commentato il legale di Scaroni, Alberto Moro Visconti.
Sono stati
invece rinviati a giudizio Saipem, l'ex presidente Pietro Tali, l'ex-direttore operativo Pietro Varone, Farid Bedjaoui (intermediario Saipem in Algeria e braccio destro del ministro algerino dell'Energia Chekib Khelil), Samyr Ouaraied e l'ex-dirigente Alessandro Bernini.
L'accusa è concorso in corruzione internazionale e fraudolenta dichiarazione dei redditi. Il processo inizierà il prossimo 2 dicembre. Saipem è stata rinviata a giudizio per la legge 231 sulla responsabilità delle aziende in relazione a reati commessi da loro funzionari.
In una nota, la società "prende atto della decisione del gup" e "confida di potere dimostrare" in primo grado "l'inesistenza dei presupposti per dichiarare la responsabilità amministrativa" del gruppo. Non è stato possibile raggiungere i legali degli altri indagati per un commento.
Il gup ha anche
accolto la richiesta di patteggiamento a 2 anni e 10 mesi, oltre alla confisca di 1,3 milioni di franchi svizzeri,
per Tullio Orsi, presidente e Ad di Saipem Contracting Algerie dal 2005 al 2010, indagato per il contratto per lo sfruttamento del giacimento petrolifero Mle.
Al centro della vicenda vi è l'acquisizione di sette contratti d'appalto in Algeria del valore complessivo di 8 miliardi di euro.
A Eni e Scaroni era contestato un solo contratto, relativamente al quale tutti gli indagati sono stati prosciolti.