Attualità

Porto Empedocle. Sbarchi, giovani vite salvate in Sicilia

Marilisa Della Monica sabato 26 aprile 2014

E’ una flebile pioggia ad accogliere, al suo ingresso nel porto di Porto Empedocle (Ag), il pattugliatore Cassiopea della Marina Militare italiana, con il suo carico di vita che, anche questa volta emoziona e commuove quanti sulla banchina Todaro attendono il suo arrivo. “354 persone, 288 uomini, 26 donne, 25 minori accompagnati e 11 minori non accompagnati” sono questi i numeri che ci fornisce Paolo Sirna, vice questore vicario della Questura di Agrigento ma quello che ci colpisce è la presenza di nuclei familiari. Ventiquattro famiglie provenienti da Nigeria, Eritrea, Palestina, Siria hanno abbandonato tutta la loro vita precedente nella speranza di un futuro migliore. Colpiscono i volti dei bambini, vestiti così come sono partiti dalla costa africana, alcuni senza scarpe, altri con indosso soltanto una tutina, stretti ai loro genitori che, rannicchiandoli dentro i loro giubbotti, cercano di proteggerli dall’inusuale freddo di questa sera primaverile che rimarrà per sempre nella loro memoria. Sono proprio i bambini a colpire maggiormente l’attenzione di quanti si trovano sul molo, il primo a sbarcare, avrà due massimo tre anni, si aggrappa al collo dell’operatrice sanitaria che cerca di calmare il suo pianto, poi vi sono quelli che ti lanciano un sorriso anche se, nei loro occhi manca la spensieratezza dei bimbi della loro età. Cinque le donne in avanzato stato di gravidanza, sono impaurite, stringono la mani dei loro mariti e si affidano alle braccia dei marinai che le aiutano a scendere dalla nave, sono giovani, con il viso addolcito e reso bello dalla vita che portano in grembo per la quale hanno desiderato e voluto una vita migliore di quella che si sono lasciate alle spalle. Le nazionalità dei 354 sbarcati a Porto Empedocle il 25 aprile non sono eterogenee, il numero maggiore proviene dalla Siria (74), seguono Gambia, Marocco, Eritrea. Tutti, dopo lo sbarco, sono stati accompagnati a Villa Sikania, una struttura a pochi chilometri da Porto Empedocle in cui sono stati accolti e rifocillati ma non sappiamo se anche questi, come avvenuto con i migranti giunti i primi giorni del mese di aprile, decideranno di “scappare” dal centro e lasciare la Sicilia autonomamente. Le parrocchie di Agrigento, coordinate dalla Caritas diocesana, e dall’arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro, come fatto già nei giorni scorsi, si stanno mobilitando se dovesse verificarsi questa eventualità per dare un riparo sicuro per la notte ed un pasto caldo, oltre a dar loro nuovi abiti ove necessario.