«I partiti nazionali tengano conto della sensibilità locale. Sarebbe grave se questa sensibilità, che si è espressa in modo forte per la candidatura di
Paolo Truzzu, venisse violentata». Anche
Ugo Cappellacci, deputato e coordinatore regionale di Forza Italia in Sardegna molla l’uscente
Christian Solinas, la cui ricandidatura è stata bocciata a maggioranza dal tavolo regionale del centrodestra, venerdì, che gli ha preferito il sindaco di Cagliari, vicino a
Giorgia Meloni. Lo scontro resta aperto, e torna sul tavolo dei leader nazionali. L'ex governatore sardo ora alla guida degli azzurri, cerca la mediazione: «È legittimo – sostiene ai microfoni di L'Attimo Fuggente condotto da Luca Telese e Giuliano Guida Bardi - che FdI avanzi una richiesta di candidatura, ma c'è anche la regola della continuità:
Meloni, Salvini e Tajani faranno una sintesi per salvaguardare l'unità, non correremo divisi. Noi – tiene aperto uno spiraglio - siamo con la coalizione sia con Truzzu che con Solinas». Anche se, «in Sardegna sono stati commessi degli errori, oggi Solinas paga un prezzo più alto delle sue responsabilità. Ma deve essere rispettato e non mortificato», auspica.La Lega punta a riportare la decisione nella trattativa fra i leader. «Via dalla coalizione se da Roma impongono Truzzu? Abbiamo rimandato al tavolo nazionale una sintesi delle istanze che arrivano dalla Sardegna. Sono certo che a Roma faranno la miglior sintesi che è quella di Solinas», tiene il punto il coordinatore regionale del Carroccio
Michele Pais. «FdI ha avanzato la candidatura di Truzzu, ma è necessario fare sintesi tra i due nomi. Noi restiamo dell'idea che la continuità sia scelta di buonsenso: Solinas è stato il miglior interprete dell'unità della coalizione, non è logico cambiare senza motivo». Fdi cerca di stemperare, ma non cede: «Il centrodestra deve restare unito ma l'unione non si può basare su un nome o sulla minaccia di andare con la sinistra ma su dei valori comuni, una comunanza programmatica e sulle regole che ci siamo dati. Il candidato sarà scelto in Sardegna, mi pare che fosse stato deciso e detto, nel pieno della sua autonomia», avverte
Salvatore Deidda, deputato Fdi: «Stessa situazione quando è stato scelto il Presidente Solinas – ricorda -. Noi abbiamo preso atto della volontà della Lega come primo partito e del resto della coalizione, dove non c'era unanimità e qualcuno era contrario, e il tavolo nazionale ha rispettato volontà sarda. Siamo sicuri che la volontà emersa dal tavolo sardo non sia confusa o vada a intaccare questioni nazionali già assodate» conclude Deidda.Anche l’intesa raggiunta nel centrosinistra incontra ostacoli, ma
Alessandra Todde si mostra tranquilla: «Il centrodestra può candidare chiunque, Truzzu, Solinas, Biancaneve e i sette nani, ma non mi interessa. Che si scannino pure e si spacchino a piacere, i cittadini sanno che tipo di Sardegna hanno lasciato: tutti si sono resi conti che è il momento di cambiare», dice la candidata Pd-M5s alla presidenza della Regione che deve fare i conti con la candidatura di
Renato Soru, sostenuto dai Progressisti di
Massimo Zedda: «Ci sono molti punti di contatto, bisogna smettere di guardare le diversità e iniziare a discutere. Ci sono possibilità concrete che si possa arrivare a un'alleanza». Ma il patron di Tiscali non ha alcuna intenzione di rinunciare, e considera la scelta del Pd di sostenere l’esponente del M5s un grave errore, e una scelta perdente.