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Calabria. Jole Santelli: «Sono scesa in campo, perché amo la mia terra»

Vincenzo R. Spagnolo giovedì 15 ottobre 2020

Jole Santelli

(L'ultima intervista rilasciata ad Avvenire da Jole Santelli, pubblicata il 22 gennaio 2020, prima delle elezioni regionali)

«Sono scesa in campo, perché amo la mia terra...». Reduce da una fastidiosa raucedine che l'aveva tenuta ferma per qualche giorno, Jole Santelli ha ricominciato a tenere comizi. «Finora 7.126 chilometri percorsi e 93 incontri con gli elettori», snocciola. Vicesindaco di Cosenza e deputata di Forza Italia, è la candidata attorno alla quale il centrodestra si è infine ritrovato dopo uno scontro in seno ai forzisti. «Non era nei miei programmi essere la candidata alla Presidenza. A volte, però, la vita riserva dei colpi di scena...».

Alcuni sondaggi la danno in vantaggio sugli altri candidati. Qual è la sua ricetta per il futuro della Regione?

Ho una squadra molto coesa e un programma che non è il libro delle favole, ma una serie di atti concreti da attuare. Gli asset principali sono agricoltura, innovazione tecnologica, turismo e cultura. E un filo unisce tutto: l'occupazione.

In questa terra, purtroppo, disoccupazione, carenza d'infrastrutture e d'investimenti e infiltrazioni criminali sono tare annose. Cosa farebbe se diventasse presidente?

La Calabria non è solo cronaca nera, malasanità o economia che stenta a decollare. Ha tantissime luci accese, nascoste però dalle troppe ombre. Occorre ripartire dalle eccellenze. Ma non voglio nascondere la polvere sotto il tappeto: se diventerò presidente, mi siederò a un tavolo con gruppi di esperti per affrontare il tema sanità e ricostruirò un rapporto più credibile con Roma sul tema dei trasporti. Intendo restituire "normalità" alla Calabria.

Non è semplice parlare di "normalità" quando le inchieste svelano in continuazione losche cointeressenze fra 'ndrangheta e Pubblica amministrazione. Quale sarà il suo impegno su quel fronte?


Per troppo tempo, a casa nostra si è cercato di accontentare gli "amici degli amici, innescando circoli viziosi. Se si governa con le mani libere, non si deve temere nulla.

I suoi sfidanti ritengono che lei rappresenti la "vecchia politica" che non ha saputo risolvere i problemi calabresi...

Se appartenere allo stesso partito da vent'anni significa rappresentare la "vecchia politica", ne sono fiera. Conosco il territorio, lavoro da anni su temi cruciali. Certo, bisogna fare i conti con la disaffezione alla politica, ma riconquisteremo la fiducia dei cittadini coi fatti.