Attualità

Santanchè. La ministra indagata per bancarotta. «Contro di me una campagna d'odio»

Matteo Marcelli mercoledì 5 luglio 2023

L’attesa informativa di Daniela Santanchè al Senato non scioglie i nodi contestati dalle opposizioni, che in replica, e pressoché in modo unanime, insistono per le dimissioni della titolare del Turismo (non Italia viva). Una richiesta a cui si aggiunge il passo ulteriore dei 5 stelle, con la mozione di fiducia depositata pochi minuti prima dell’intervento di Stefano Patuanelli. Uno scontro parlamentare che si è svolto prima che arrivasse dalla procura di Milano la notizia che come una nube aleggiava sul Senato: l’iscrizione della ministra nel registro degli indagati è pubblica, ufficiale e non più secretata.

Nei suoi confronti e nei confronti di altre persone è aperta un'indagine per bancarotta e falso in bilancio su Visibilia, il gruppo da lei fondato e nel quale è rimasta operativa fino al 2022. Siccome ieri mattina sul quotidiano Il Domani si dava già la notizia di Santanchè indagata, e siccome in Aula la ministra si è scagliata contro notizie di giornale che non risultano ai suoi legali, la procura ha spiegato che il segreto è stato mantenuto per tre mesi secondo i termini di legge, da novembre a gennaio, e che per questo motivo l'istanza presentata a inizio anno dai suoi avvocati aveva dato esito negativo.

Insomma, secondo le toghe milanesi i legali di Santanchè non avrebbero verificato la situazione della propria assistita da febbraio a oggi. Il discorso della ministra al Senato, preparato minuziosamente proprio assieme ai suoi legali, va avanti per una trentina di minuti. Il governo è largamente presente, salvo Meloni impegnata in Polonia. La premier non commenta, fa trapelare un certo fastidio per le fughe di notizia (si ipotizza anche una nuova “rata” di riforme della giustizia) ma nemmeno si lancia in difese pubbliche della sua ministra. In aula c'è anche il figlio, perché con lui, confida ai compagni di partito, si sente più forte. Ma i senatori M5s comunicano anche la presenza di ex dipendenti della ministra. L’obiettivo di Santanchè è di «difendere il suo onore» e di rispondere punto per punto alle accuse emerse dopo la puntata di Report sulla gestione delle sue aziende.

Affiancata da Matteo Salvini e da Elisabetta Casellati, Santanchè parte subito all’attacco e parla di «una campagna d'odio nei suoi confronti». Poi si scaglia, appunto, contro il quotidiano Domani, che ieri mattina ha scritto di un’indagine a suo carico anche se a lei, afferma, non risulta nessun avviso di garanzia. Poi la procura spiega la sua versione dei fatti. Ma intanto la ministra aveva già tuonato: «È normale che un ministro legga che secondo un giornale sarebbe indagata? È un Paese normale quello in cui un giornalista può scrivere di sapere cose secretate dalla magistratura e ignote all’interessato? Voi lascerete che tutto questo accada impunemente?».

In ogni caso, aggiunge, «chiarisco di non essere qui per rispondere a trasmissioni televisive. Per difendere il mio onore e quello di mio figlio, anche lui trascinato senza motivo in questa polemica». Santanchè entra poi nel merito delle accuse di mala gestione delle sue società, sostenendo di aver «fatto ricorso a strumenti messi a disposizione di tutte le imprese». Anzi, il suo «progetto di ristrutturazione è molto più virtuoso di quello di altre aziende nelle stesse condizioni ». Parla anche dei presunti compensi milionari che avrebbe incassato dal gruppo che controlla parte delle sue aziende, calcolando gli introiti derivati da Ki Group srl in non più di «100mila euro lordi l’anno» e solo nei periodi in cui l’azienda produceva utili. Il dicastero del Turismo fa poi sapere che c’è l’impegno a garantire stipendi e Tfr della stessa Ki Group. Restando su questa azienda, Santanchè diche che «nel 2010 il gruppo del settore biologico» in questione «è stato preso non da me ma dal padre di mio figlio con cui non avevo più alcun legame». Per quanto riguarda l'altro gruppo, Visibilia (editoria e raccolta pubbli-citaria), la titolare del Turismo rivendica invece una «complessa operazione di risanamento », per la quale avrebbe «messo a disposizione il patrimonio personale».

Sulla questione della Cig Covid non arrivano però risposte, come rilevano in replica diversi senatori di opposizione. Tutto in qualche modo superato dalle conferme che arrivano da Milano, che forse aprono un altro scenario.