IL MEETING DI ROMA. Da Sant'Egidio appello per la Siria «Religioni forza di pace»
lunedì 30 settembre 2013
“La pace in Siria non può essere raggiunta attraverso missili che distruggono o con l’impegno di navi da guerra. La proclamazione della pace è meglio delle dichiarazioni di guerra”. È l’appello per la pace in Siria del patriarca greco ortodosso Giovanni X di Antiochia e di tutto l’Oriente. Per lanciarlo ha scelto la città di Roma dove in questi giorni si sta svolgendo l’incontro internazionale “Il coraggio della speranza”, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio all'Auditorium Conciliazione. Al termine dell’assemblea inaugurale, domenica sera il patriarca ha ricordato come la Siria sia terra “benedetta dai primi martiri del nostro Signore”. E citando la lettera ai Romani di Sant’Ignazio di Antiochia, scritta quasi 2000 anni fa, ha detto: “Ricordatevi nelle vostre preghiere della Chiesa in Siria. Gesù Cristo si prenderà cura di lei insieme al vostro amore”. Ha poi concluso: “Ricordate nelle vostre preghiere di tutti i siriani e i libanesi. Chiedete a Dio onnipotente di riportare in quella terra la sua pace benedetta. Fratelli e sorelle, portare la pace in Siria sarà il criterio decisivo, un test per tutti noi. Lavoreremo insieme per asciugare ogni singola lacrima dei siriani e condurre la battaglia per la pace e la libertà”. Il patriarca è fratello del vescovo ad Aleppo, Paul Yazigi, uno dei due vescovi rapiti in Siria lo scorso aprile. Oggi i lavori proseguono e papa Francesco parteciperà con un discorso ai lavori del meeting. Il cardinale Vallini: lavorare per la pace e la giustizia"Le grandi religioni o quanti sono sinceri cercatori di verità, nonostante le differenze, hanno in comune unelemento genetico: sono portatori di una scintilla dell'origine che li sprona a lavorare per la pace e la giustizia tra i popoli". Lo ha ricordato il vicario di Roma, cardinale Agostino Vallini, intervenuto ieri alla sessione inaugurale del meeeting per la pace che si tiene all'Auditorium Conciliazione. "È in questa lucida consapevolezza, che non attenua le difficoltà e gli ostacoli, che desideriamoancorarci come ad un fondamento per il comune operare che favorisca l'unità tra i popoli e la costruzione della pace", ha aggiunto il porporato. Accanto ai 400 leader che hanno accolto l'invito del fondatore della Comunità, professor Andrea Riccardi, riempiono infatti l'Auditorium, e 4 sale limitrofe, circa 4 mila altriiscritti all'incontro. "Dinanzi alle sfide della post-modernità, in un mondo segnato dalla secolarizzazione e dall'indifferentismo - secondo il cardinale Vallini - non vale più né deplorare, né rimpiangere". "L'uomo ha bisogno - ha detto il porporato - di comprendersi a partire dalla trascendenza, ha bisogno di entrare nel mistero, solo radicandosi in una profonda dimensione di interiorità, solo in Dio può trovare ispirazione e risposte ai grandi interrogativi dell'esistenza, dando significato alla storia". Letta: pregate anche per l'ItaliaAl meeting è intervenuto anche il presidente del Consiglio Enrico Letta, che ha dedicato il suo intervento alla ritrovata centralità dell'Onu e alla situazione in Siria, senza alcun riferimento alle vicende politiche interne e alla crisi di governo. Ma, nei saluti finali, ha aggiunto: "Se vi scapperà qualche preghiera per l'Italia in questi giorni sarà utile per noi", raccogliendo il sorriso e gli applausi dei presenti.Riccardi: religioni, forza di pace"Nel 1986, Giovanni Paolo II, invitando i leader delle religioni sul colle di Assisi, con profonda intuizione sentì -c'era la guerra fredda - la forza di pace delle religioni", ha ricordato il fondatore di Sant'Egidio, Andrea Riccardi. "Per questo volle aprire una stagione nuova: non pregare più gli uni contro gli altri, ma pregare gli uni accanto agli altri". Secondo Riccardi, "da Assisi nel 1986 ad oggi, con la crescente globalizzazione, i conflitti di civiltà e gli scontri interreligiosi, noi dobbiamo continuare questo cammino. Sempre convinti - ha aggiunto - che le religioni sono una forza, ma umile". Il meeting e lo spirito di Assisi "Coraggio" e "speranza" per liberare le religioni dall'uso della violenza: in un momento in cui il mondo è agitato dalla crisi siriana ed è vicina l'eco della strage al centro commerciale di Nairobi, si è aperta sotto questo auspicio, ieri a Roma, la nuova edizione - la 27esima - dell'Incontro delle religioni per la pace promosso dalla Comunità di Sant'Egidio. Lo "Spirito di Assisi", sulla scia del grande incontro interreligioso voluto da Giovanni Paolo II nel 1986 nella città di San Francesco, torna a soffiare sulla tre giorni (dal 29settembre al primo ottobre) del meeting intitolato quest'anno "Il coraggio della speranza". Domenica l'inaugurazione all'Auditorium della Conciliazione con la relazione del premier Enrico Letta e gli interventi del fondatore della comunità di Sant'Egidio Andrea Riccardi e del vicario di Roma, il cardinale Agostino Vallini. Lunedì alle 12, i partecipanti al Meeting saranno ricevuti in udienza da papa Francesco.Fino a martedì, oltre 400 rappresentanti delle grandi religioni ed esponenti della vita politica e culturale europea e mondiale provenienti da 60 Paese, faranno sentire la loro voce in favore della convivenza pacifica tra culture e fedi diverse, si confronteranno sul dialogo tra laici e credenti, su migrazione e accoglienza, sulla violenza sulle donne, e su un tema caro alla Comunità come la vecchiaia, con un incontro sulla forzadegli anni.Mentre martedì, al teatro del Collegio Urbano, sarà presente al panel sulla crisi in Medio Oriente, anche l'inviato della Stampa Domenico Quirico, con lui il ministro della Difesa Mario Mauro e i rappresentanti dimovimenti e associazioni egiziane, siriane e libanesi. Sempre martedì è previsto un panel al carcere di Rebibbia cui parteciperanno i detenuti dell'istituto. L'ultimo giorno, prima della cerimonia finale con l'appello per la Pace in Campidoglio, alle 17 si terrà in contemporanea, e in luoghi diversi, la preghiera di sette comunità religiose, oltre che di cristiani, di musulmani, buddisti, sikh, tenri kyo, zoroastriani e induisti.