Accordo Inail-Dipartimento Famiglia. Sanitari morti per Covid: 15 milioni ai familiari
Medici e infermieri sono stati in prima linea contro il Covid: ora lo Stato sostiene le famiglie dei caduti in servizio
Da oggi e fino al 4 marzo le famiglie dei sanitari deceduti per Covid potranno presentare domanda per accedere al sostegno una tantum stabilito da un accordo tra l'Inail e il Dipartimento per le politiche della famiglia. Complessivamente si tratta di un fondo di 15 milioni di euro, che saranno distribuiti, si legge in una nota congiunta, «ai familiari dei medici e dei professionisti del settore sanitario, degli assistenti sociali e degli operatori socio-sanitari deceduti per effetto o come concausa del contagio da Covid-19». La domanda deve essere presentata all’Inail attraverso il servizio online “Speciali elargizioni familiari vittime Covid-19” del portale istituzionale e dovrà riguardare i decessi avvenuti entro il 28 dicembre 2022, per effetto del contagio contratto nel periodo di emergenza compreso tra il 31 gennaio 2020 e il 31 marzo 2022.
Secondo l'ultimo report dell'Inail, al 31 ottobre 2022 i contagi sul lavoro da Coronavirus erano 305.395 (pari a un quinto di tutti gli infortuni sul lavoro registrati da gennaio 2020) e i morti 886, circa un terzo del totale delle denunce. «Il 63,2% delle denunce da Covid-19 - si legge nel rapporto - riguarda il settore della sanità e assistenza sociale (ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili…), al primo posto anche per numero di decessi (21,1% dei casi mortali codificati). L’analisi per professione dell’infortunato - prosegue l'analisi dell'Inail - conferma come il personale dell’ambito sanitario sia il più colpito dai contagi, a partire dalla categoria dei tecnici della salute, in cui si concentra il 37,8% delle denunce (in tre casi su quattro donne), l’82,3% delle quali relative a infermieri. Seguono gli operatori socio-sanitari con il 16,0% (l’80,7% donne), i medici con il 9,4% (oltre la metà donne), gli operatori socio-assistenziali con il 5,4% (l’85,3% donne) e il personale non qualificato nei servizi sanitari (circa l’80% ausiliari, ma anche portantini, barellieri) con il 4,4% (72,8% donne)».
Per quanto riguarda i decessi tra i medici, secondo il portale della Federazione Fnomceo, dall'inizio della pandemia sono morti 379 camici bianchi, mentre, stando alla Fnopi (Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche), gli infermieri che hanno perso la vita a causa del Covid sono stati circa novanta.