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Il nodo Sanità. Meloni, ecco il piano del governo. Gelo Conte-Pd

Arturo Celletti mercoledì 4 ottobre 2023

La linea di Giorgia Meloni è netta: non esiste un allarme sanità. Non c'è una corsa verso il baratro. Non c'è il rischio che il sistema collassi. A Palazzo Chigi c'è voglia di «ribellarsi alla narrazione» del Pd. Meloni sente tutti. Parla con il ministro Orazio Schillaci. Sente i governatori di centrodestra. E a tutti ripete che la vera sfida è «fare gioco di squadra per garantire a tutti il diritto alla Salute». Poi è Tommaso Foti, presidente dei deputati di Fratelli d'Italia e ascoltato collaboratore del premier, a scandire l'atto d'accusa: «Tra tagli e minori entrate il Servizio Sanitario Nazionale ha perso 37,5 miliardi di euro tra il 2010 e il 2019, periodo in cui alla guida della Nazione si sono alternati diversi governi, con la partecipazione quasi sempre dal Pd. Non basta. Il decantato aumento della spesa nel 2020, ad opera dell'allora disastroso ministro Speranza, non è veritiero. Il balzo della spesa sanitaria che arrivò al 7,4 per cento del Pil fu per una ragione semplice: il crollo del Pil per effetto della pandemia».

Il governo non ci sta e prepara un piano Sanità. «Arriveranno fondi con il rinnovo dei contratti per i medici e il potenziamento degli stipendi dei dirigenti del comparto sanità. E vogliamo utilizzare al meglio i fondi del Pnrr, in cui è previsto un finanziamento di oltre 15 miliardi», va avanti Foti. Nessun allarme, ripetono a palazzo Chigi. Ma Meloni osserva con attenzione gli ultimi studi: il rapporto tra spesa sanitaria e Pil, quest'anno si ridurrà dal 6,7 al 6,6 per cento, poi scenderà al 6,2 nel 2024 e nel 2025, e poi ancora al 6,1 nel 2026. Non è un quadro rassicurante, ma la linea di Meloni è una sola: non c'è un allarme.

Le opposizioni non hanno una sola linea. E Carlo Calenda azzarda un'idea: «C'è spazio per proposta comune delle opposizioni sulla sanità: abbiamo fatto un piano, lo abbiamo condiviso con il Pd, lo abbiamo mandato a Meloni, poi il Pd è sparito. Ieri ho sentito Schlein, le ho detto "c'è la legge di bilancio, scriviamo una proposta comune delle opposizioni"». Il Pd è riunito da qualche ora. Alla fine la segretaria fa il punto. «Pensiamo che ci siano le condizioni per lavorare con le altre opposizioni sulla sanità perchè lo scempio che sta facendo il governo è qualcosa che ci preoccupa tutti», sbotta Elly Schlein che chiede più risorse. Gelido il capo di M5S Giuseppe Conte: «Sulla sanità stiamo mettendo a fuoco alcune nostre proposte, e ci confronteremo. Ma a Calenda e Schlein dico che non funziona, se uno prima va in tv a parlare e dire le sue proposte». Parla anche l'ex ministra di Azione Elena Bonetti: «Serve un intervento complessivo di 10 miliardi per agire con urgenza: otto miliardi necessari ad assumere nuove risorse e ad adeguare gli stipendi dei sanitari in servizio, altre due miliardi per l'abbattimento delle liste d'attesa». Le proposte si accavallano. Le Regioni sono centrali nel dibattito. «I governatori senza distinguo di colore politico hanno chiesto di destinare almeno 4 miliardi di euro al sistema sanitario», dice il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto di Forza Italia. Il Colle osserva con attenzione il dibattito. «Il sistema sanitario è un patrimonio da difendere», ricorda Mattarella non negando preoccupazione per un quadro che impone una riflessione. «È calato il numero di posti letto e aumentato il fabbisogno di sanità da parte dei cittadini - dice ancora Occhiuto - Molte malattie si cronicizzano e costano di più. Anche perché invecchia la popolazione. È chiaro che questi problemi non sono addebitabili a un governo in carica da un anno, ma a straordinari errori di programmazione. Il governo della sanità non è mai stato ritenuto un'attività strategica negli ultimi decenni. E oggi ne paghiamo il prezzo. La sanità non è solo ospedali, occorre far funzionare l'assistenza territoriale e la medicina di base. E poi, occorre cogliere le opportunità offerte dalla digitalizzazione e dalla telemedicina per la cura dei malati cronici». Per Meloni è arrivato il momento delle scelte. E scegliere per il capo del governo vuol dire scegliere insieme. Un tavolo aperto alle opposizioni e agli Enti locali? Calenda intanto insiste: «L'Italia è venticinquesimo su ventisette per gli investimenti sulla sanità in rapporto al Pil. Se sei venticinquesimo su ventisette ti mancano i soldi. Poi se vuoi discutere sull'efficientamento, prima ci metti i soldi e poi discutiamo di come efficientare. Noi abbiamo fatto una proposta mandata a Giorgia Meloni di investire dieci miliardi di deficit su 14 per rimettere a posto la sanità, se questo non avverrà noi non siamo disposti a votare scostamento di bilancio».