Visite a distanza . Attese ridotte, ma attenzione al pericolo hacker
Una visita a distanza
Intelligenza artificiale e realtà aumentata al servizio della medicina. Gli accertamenti a distanza stanno ormai diventando, anche in Italia, una possibile soluzione per rendere le diagnosi sempre più veloci e sempre più affidabili. «Software di ultima generazione - spiega Giuseppe Izzo, ceo di Uese Italia Spa - stanno rivoluzionando il settore e lo stanno facendo sotto diversi punti di vista. Basta scaricare su un un pc, un tablet o uno smartphone l'applicazione per procedere a un vero e proprio consulto medico che, seppur a distanza, ha degli aspetti positivi di tutto rilievo. Pensiamo, per esempio, alla necessità di avere risposte per un problema oculistico. Oggi, per ottenerle, occorre prenotare e attendere il proprio turno, con liste di attese anche di mesi, spostarsi nella struttura sanitaria scelta, con costi aggiuntivi, e poi ricevere la prestazione e quindi la terapia indicata. Tutto questo, grazie ai medical device, non sarà più necessario». Liste di attesa addio e spese limitate, dunque. Ma non solo. «C'è un altro aspetto importante -sottolinea Izzo -. Spesso ci si rinuncia a curare o, per meglio dire, si hanno difficoltà a farlo per la ridotta mobilità del paziente. Un elemento, questo, che la tecnologia trancia di netto perché permettere di essere visitati comodamente da casa, senza bisogno di spostarsi. Con ambiti di applicazione molto ampi. Abbiamo ricordato gli accertamenti in campo oculistico, ma possiamo pensare, per esempio, all'ortopedia e quindi alla necessità di verificare o meno la frattura di un arto, all'odontoiatria per effettuare una semplice ortopanoramica o, perché no, alla dermatologia per analizzare un neo sospetto. Accertamenti molto comuni e altrettanto precisi perché, con questi supporti frutto dell'innovazione, l'anatomia diventa olografica e le immagini virtuali sono disponibili nell'ambiente circostante, restando fedeli alle caratteristiche e alle profondità reali degli organi sottoposti all'esame diagnostico». Visite mediche di routine, ma anche applicazioni importanti nel campo chirurgico in diverse discipline. «Si pensi - continua Izzo - alla cardiochirurgia. I medical device migliorano il riconoscimento fra tessuti sani e lesioni, analizzano diverse varianti vascolari e anatomiche, eseguono la segmentazione automatica dei tessuti anatomici e quindi pianificano un eventuale intervento chirurgico, a detta degli esperti, con accuratezza. Stesso procedimento che potrebbe avvenire in campo urologico o per la chirurgia toracica e addominale. Siamo, ed è evidente ,a un cambio di paradigma importante che, nel corso dei prossimi anni, contribuirà a rivoluzionare il settore, ma occorre tenere presenti alcuni aspetti sui quali occorre lavorare. Penso alla privacy e alla necessità di tutelare medici e pazienti da possibili attacchi hacker». Scaricare un software ed effettuare visite a distanza espongono l'intero sistema a possibili intercettazioni: «Il rischio oggi è alto. Anzi, altissimo se pensiamo che, in questo caso, parliamo di dati sensibili. Non fa piacere a nessuno l'idea che qualcuno possa entrare in possesso di informazione che riguardano la nostra salute, il risultato di diagnosi effettuate o magari le prescrizioni ricevute. Stiamo lavorando affinché questo rischio diventi accettabile e, secondo i parametri internazionali, ciò accade quando si aggira fra lo 0,5 e lo 0,7%. La sfida del futuro sta tutta qui: la medicina o, per meglio dire, la telemedicina sta facendo passi da gigante, ma di pari passo, deve procedere anche la cybersicurezza. Cancellare del tutto possibili attacchi è impossibile per una serie di ragioni, ma limitarne la possibilità sì. Su questo, noi esperti stiamo lavorando per semplificare la vita a chi si affida alle tecnologie più avanzate. Scienza e ricerca, compresi».