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Governo. Sangiuliano si è dimesso, Giuli è il nuovo ministro della Cultura

Redazione Romana venerdì 6 settembre 2024

Si è dimesso il ministro Sangiuliano

«In lacrime vi abbraccio tutti». Si accomiata così dagli altri ministri, con un messaggio toccante sulla chat di governo, il titolare della Cultura Gennaro Sangiuliano. Lo fa dopo aver comunicato per iscritto le proprie «dimissioni irrevocabili» alla premier Giorgia Meloni, che stavolta non può far altro che accoglierle e designare come suo successore il giornalista Alessandro Giuli, che in serata giura al Quirinale. Termina così la telenovela politico-mediatica legata alla vicenda di Maria Rosaria Boccia, la 41enne di Pompei con cui il ministro ha avuto una relazione sentimentale nei mesi scorsi, durante i quali lei lo ha accompagnato in trasferte ministeriali come «consigliera» in pectore (incarico poi non formalizzato). Una vicenda che ha tenuto il ministro sulla graticola per dieci «giornate dolorose e cariche d’odio», come scrive lui stesso, con una prima offerta di dimissioni respinte dalla premier e poi una sofferta intervista televisiva, in cui con la voce incrinata dal pianto ha cercato di chiarire la situazione, negando che le spese per i viaggi di Boccia siano state a carico del dicastero e scusandosi con la moglie per la liason amorosa con Boccia.

Il nuovo ministro della Cultura Alessandro Giuli - ANSA

Ma la pressione non si è fermata, accresciuta dalle dichiarazioni rese a ripetizione dalla 41enne sui social. Dopo una nottata logorante, il ministro presenzia a un sopralluogo all’arco di Costantino, danneggiato da un fulmine. Ma le voci sulla sua imminente intenzione si rafforzano di ora in ora: forse contribuisce la pubblicazione del colloquio col quotidiano La Stampa di Boccia (che adombra l’ipotesi di un Sangiuliano «ricattato» e si dispiace della mancata solidarietà femminile datale dalla premier). E alle cinque di sera arriva la conferma del passo indietro, effettuato dal ministro - ricostruiscono alcune fonti - prima che vada in onda la nuova, annunciata, intervista televisiva serale della stessa Boccia su La7, forse per anticiparne e depotenziarne l’impatto sull’opinione pubblica.

Così, a sera, nel programma In Onda, lei commenta il passo indietro: «Dopo la tempesta mediatica era necessario. Però poteva non farlo, dicendo la verità dall'inizio. Io non sono contenta delle sue dimissioni, mi dispiace tantissimo, lui meritava quel posto, è molto competente ed è una brava persona. Io voglio le scuse dall’uomo, non dal ministro, lui mi ha messo sulla pubblica piazza. Fino a 10 giorni fa nessuno mi conosceva e la mia vita era fantastica, ora non è semplice». Poi precisa: «Rettifico le bugie che sono state dette dal ministro. Io non spiavo il ministro, lavoravo con lui. Mi ha fatto ascoltare al telefono la moglie che gli chiedeva di strappare la mia nomina».

La lettera a Meloni

«Ti ringrazio per avermi difeso con decisione», scrive nella lettera di commiato Sangiuliano alla presidente del Consiglio, «ma ritengo necessario per le Istituzioni e per me stesso di rassegnare le dimissioni». Il ministro si dice «fiero dei risultati raggiunti sulle politiche culturali in questi quasi due anni di Governo», rivendicando di «aver messo fine «alla vergogna tutta italiana dei musei e dei siti culturali chiusi durante i periodi di ferie», averne «incrementato i visitatori (più 22%) e gli incassi (più 33%)». Al contempo, sostiene «di aver toccato un nervo sensibile e di essermi attirato molte inimicizie, avendo scelto di rivedere il sistema dei contributi al cinema». Il suo lavoro, incalza, «non può essere fermato da questioni di gossip» e «le Istituzioni non devono sottostare alle ragioni dei singoli». La sovraesposizione mediatica della sua vicenda privata, lascia intendere, si è trasformata in una gogna: «Ho bisogno di tranquillità personale, di stare accanto a mia moglie che amo», spiega, «ma soprattutto di avere le mani libere per agire in tutte le sedi legali contro chi mi ha procurato questo danno, a cominciare da un imminente esposto alla Procura della Repubblica».

L’ombra delle chat «piccanti»

Se le dimissioni del ministro evitano al governo e a lui una coda politica, la vicenda potrebbe avere comunque seguiti giudiziari. Oltre all’interessamento della Corte dei Conti e all’esposto di Avs in procura a Roma, per chiedere se siano stati spesi fondi del ministero per le trasferte di Boccia, pure Sangiuliano intende andare per vie legali: «Mai un euro del Ministero è stato speso per attività improprie. L'ho detto e lo dimostrerò in ogni sede», scrive ancora alla premier. E l’ipotesi di una “regia occulta” non viene da lui scartata: «Andrò fino in fondo per verificare se alla vicenda abbiano concorso interessi diversi - afferma - e agirò contro chi ha pubblicato fake news». Nella denuncia potrebbero essere ipotizzati i reati di tentata estorsione e violazione della privacy. Nell’intervista a La Stampa, Boccia menziona i messaggi via chat con Sangiuliano: «Con una persona con la quale ho una relazione non mi scambio solo foto innocenti ed emoticon», ma «anche qualche messaggio più piccante». Ma l’avvocato Saverio Sica, difensore di Sangiuliano, lo esclude: «Il ministro mi ha detto che possono rivoltargli il cellulare: tanto non c’è nulla».

Le telefonate dei ministri

Dopo l’annuncio, Sangiuliano riceve « le telefonate di tutti i ministri che mi hanno espresso solidarietà e amicizia». E da Palazzo Chigi la presidente del Consiglio lo ringrazia apertamente, definendolo «una persona onesta e capace». Dall’opposizione, lo chiama il leader di M5s Giuseppe Conte, per esprimergli «solidarietà umana». Attestati d’affetto e comprensione che gli sono di parziale consolazione nella serata più triste, solitaria e finale della sua esperienza di governo.