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14 febbraio. San Valentino e gli innamorati: perché è il patrono dell'amore eterno

Maria Gloria Riva giovedì 13 febbraio 2020

San Valentino è il protettore degli innamorati

In tutto il mondo, o quasi, domani, 14 febbraio, si festeggerà san Valentino, patrono degli innamorati. Ma a ricordare il santo sarà in particolare Terni, di cui è copatrono. La Diocesi di Terni-Narni-Amelia nella basilica a lui dedicata celebrerà diverse Messe e tra una celebrazione e l’altra si potrà rendere omaggio al vescovo e martire. La celebrazione delle 11 sarà presieduta dal vescovo Giuseppe Piemontese. Al termine, sarà inaugurata e benedetta la nuova vetrata artistica, realizzata dagli studenti del liceo artistico “Metelli” e dal maestro vetraio Pierluigi Penzo di Amelia. La vetrata, donata dal Lions club San Valentino di Terni, raffigura la traslazione del corpo di san Valentino da Roma a Terni.

Si rinnoverà anche la promessa d’amore dei fidanzati, provenienti da tutta Italia, che si ritroveranno nella basilica di San Valentino. Una promessa d’amore che sarà pronunciata da circa 100 coppie di fidanzati, che si sposeranno entro l’anno, domenica 16 febbraio, alle 11, nella basilica di San Valentino, durante la solenne celebrazione presieduta dal vescovo Piemontese.

Ma anche altre diocesi celebrano la ricorrenza in vari modi. Ad esempio a Bologna sono stati organizzati alcuni incontri e momenti di preghiera dedicati al tema dell'amore, anche quello segnato da sofferenza e difficoltà.

La Caritas di Bolzano-Bressanone invece per la ricorrenza ha organizzato un'iniziativa di solidarietà. Chi per San Valentino regalerà fiori e piante di produzione altoatesina farà felice non solo la persona amata ma anche una famiglia in Etiopia che riceverà un piccolo alberello da frutta. A promuovere l’iniziativa solidale, anche quest’anno, sono l’Associazione floricoltori dell’Alto Adige e la Caritas diocesana nell’ambito del progetto “Regali solidali”.

Chi è san Valentino

Pochi sanno che la festa di San Valentino, tra le più popolari del mondo, è nata per opporsi a certi licenziosi festini pagani (i Lupercalia) celebrati proprio tra il 13 e il 15 febbraio. All’origine della festa sta un santo vescovo vissuto nel terzo secolo e divenuto rapidamente famoso per i suoi miracoli: guarì epilettici e restituì la vista a una fanciulla pagana, conquistando a Cristo l’intera famiglia. Benché perseguitato a lungo, raggiunse la veneranda età di novantasette anni, che coronò col martirio. Tra i miracoli leggendari, che ne fecero il santo degli innamorati, ve n’è uno che si è rivelato vero.

Perché è il patrono degli innamorati

A Terni, nove anni or sono, sono state ritrovate le ossa di due fidanzati, seguiti da San Valentino, dalla storia controversa. Erano Sabino e Serapia: lui centurione romano e pagano, lei cristiana fervente. Per amore di lei, Sabino si convertì al cristianesimo ma scoprì, poco dopo, che Serapia era ammalata di tisi, malattia allora incurabile. Non volendo separarsi da lei, Sabino si rivolse a San Valentino il quale benedì le loro nozze e pregò per l’eternità del loro amore. I due morirono abbracciati e ancora oggi le loro ossa riposano in quella postura.

Le leggenda delle colombe

Una leggenda che consegna san Valentino all’amore umano narra che il vescovo, vedendo due fidanzati litigare si avvicinò, dando loro una rosa. Dopo aver pregato, il cielo si riempì di coppie di colombi che tubavano, volteggiando sopra i due innamorati. Pace fu fatta e così, accanto all’abbraccio dell’amore, anche le colombe entrarono a pieno titolo nella simbologia di San Valentino, tanto che l’espressione “piccioncini”, riferita agli innamorati, sembra derivare proprio dal leggendario miracolo del Santo.

In una chiesa del XV sec, ora anglicana, a Tenna nel Canton dei Grigioni (Svizzera) dedicata a San Valentino, tra i fregi che corrono lungo il soffitto di legno, risalenti al XVIII secolo, ci sono proprio due colombi rivolti l’uno verso l’altro. La colomba, che ai tempi di San Valentino era noto come il volatile preferito da Afrodite, si trasformò in attributo del Santo e segno dell’amore puro e sempiterno. Oggi, ahimè, la festa di san Valentino celebra amori più vicini ai Lupercalia che al concetto cristiano dell’amore, difeso dal santo vescovo. Per i “valentini” cristiani, verginità e fecondità, eros e agape conservano un abbraccio carico di eternità che neppure la morte può dissolvere.