Il consiglio di amministrazione della Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor predisporrà «una proposta concreta ed effettiva di risanamento» dell’ospedale San Raffaele, gravato da una pesante situazione debitoria. La proposta sarà presentata «entro il 15 di settembre» e consentirà di «assicurare, nel frattempo, la massima trasparenza e collaborazione con l’autorità giudiziaria». È questa la decisione presa dal nuovo cda dell’Istituto milanese per rispettare «gli impegni assunti» nell’incontro di giovedì scorso, svoltosi nel tribunale di Milano, tra i consiglieri del San Raffaele, Giovanni Maria Flick e Maurizio Pini, il giudice fallimentare Filippo Lamanna e il pm Luigi Orsi, del pool reati economico finanziari della procura; un incontro servito a dilazionare i tempi di intervento per il risanamento ed evitare così la proposta di fallimento dell’ospedale.«Il consiglio – recita una nota della Fondazione – ha nominato come consulenti il dottor Enrico Bondi e il dottor Renato Botti (quest’ultimo già direttore generale dell’ospedale e recentemente estromesso, ndr) e, assieme a questi, ha definito il programma delle attività da porre in essere. Al fine di accelerare la definizione di un quadro contabile il dottor Bondi si è riunito con i legali dello studio Gianni e Origoni e altri consulenti per l’avvio delle operazioni necessarie». Dunque un primo passo indispensabile verso la soluzione di una vicenda che resta complessa e assai delicata è stato compiuto. Le prossime settimane saranno decisive per mettere mano ai cambiamenti, anche di natura statutaria, senza i quali il nuovo board non avrebbe ancora carta bianca.Il consiglio, al quale non ha preso parte il fondatore dell’ospedale, don Luigi Verzè - «assente giustificato» -, ha anche «espresso cordoglio» per la scomparsa dell’ex vicepresidente Mario Cal, che si è tolto la vita lunedì scorso sparandosi un colpo di pistola alla testa, invitando il consigliere Massimo Clementi a rappresentarlo alla celebrazione delle esequie svoltasi ieri. Al rito è intervenuto il ministro della Salute, Ferruccio Fazio: «Riferirò mercoledì al Senato e alla Camera quello che pensa il Governo sulla vicenda del San Raffaele - ha detto -, oggi è un bruttissimo giorno, ero molto affezionato a Cal», ha aggiunto l’esponente di governo.Sin dal mattino, quando è stata allestita la camera ardente nel ciborio dell’Istituto scientifico, in tanti hanno reso omaggio alla salma. Ad accoglierla, oltre alla vedova, Tina, anche don Verzè, che non si è mai allontanato dalla bara del suo braccio destro nel corso di un momento di preghiera. Commosso, don Verzè ha anche asperso la tomba dell’amico con l’acqua santa. Poco distante don Antonio Mazzi, presidente di Exodus. Al termine della Messa funebre celebrata in forma privata da padre Paolo Natta e alla quale erano presenti centinaia di persone, Cal è stato ricordato da brevi pensieri pronunciati da monsignor Charles Vella, per 35 anni collaboratore di don Verzè, dalla sua segreteria Stefania Galli (alla quale Cal ha lasciato una lettera di addio oltre a quella indirizzata alla moglie), dal primario di cardiochirurgia, Roberto Chiesa, da quello di urologia, Patrizio Rigatti e dalla dottoressa Ornella Melogli.Con i parenti, hanno partecipato alla Messa anche il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, uno dei consiglieri di fiducia del premier Silvio Berlusconi, Bruno Ermolli, Albano Carrisi, Renato Pozzetto, il questore della Camera Francesco Colucci con il figlio Alessandro, assessore regionale della Lombardia e Renato Botti. «Mario lascia un modo di concepire la vita e la relazione col mondo degli ammalati che mi auguro venga conservata», ha sostenuto Maurizio Minniti, legale di Cal, in lacrime, proprio mentre il corteo funebre abbandonava il San Raffaele accompagnato da un lungo applauso.Intanto, il fascicolo dell’inchiesta sul suicidio di Cal, aperto dal pm Maurizio Ascione, come atto dovuto anche per consentire i necessari accertamenti, è passato nelle mani dei pm Luigi Orsi e Laura Pedio che hanno già sul loro tavolo un’indagine conoscitiva riguardo la crisi finanziaria del nosocomio.E in un comunicato, ieri, l’Opus Dei ha smentito articoli di stampa che hanno ipotizzato «lotte intestine tra l’Opera e Comunione e liberazione» per mettere le mani sul San Raffaele. «All’Opera interessano le anime, lascia invece gli ospedali, le questioni economiche e quant’altro a chi ha le giuste capacità e il giusto titolo per occuparsene», ha affermato il portavoce in Italia, Bruno Mastroianni.