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DOPO IL 25 APRILE. Berlusconi: «Ritirerò la legge su Salò»

lunedì 27 aprile 2009
Il primo atto della "nuova pacificazione" politica lanciata ieri da Silvio Berlusconi a Onna è il ritiro della proposta di legge che equipara repubblichini, partigiani e deportati. Norma contestata dal Pd che accoglie l'annuncio del premier come una "buona notizia", un "successo". Ma gli chiede un ulteriore passo, quello di promettere in Parlamento, che non cambierà la Costituzione a maggioranza. "Non sapevamo che fosse stato presentato questo disegno di legge che sarà certamente ritirato", puntualizza il premier ribadendo di sperare nella possibilità che "il passato possa essere lasciato alle spalle per andare verso un comune sentimento nazionale", una "nuova stagione di dialogo". Già nel pomeriggio i capigruppo del Pdl alla Camera avevano preso le distanze da una proposta bollata come "iniziativa personale" del parlamentare socialista primo firmatario, Lucio Barani, nonostante siano quaranta i nomi dei deputati del Pdl in calce alla proposta. "Il governo Berlusconi - avevano sottolineato Fabrizio Cicchitto e Italo Bocchino in una nota - non c'entra niente con questa proposta di legge e neanche il gruppo parlamentare del Pdl perchè essa è, infatti, una tipica iniziativa parlamentare individuale". Non solo. "Essa nasce - puntualizzano - come iniziativa bipartisan, tant'è che registrò la firma di una serie di parlamentari, non solo del Pdl, ma anche del Pd come gli onorevoli Corsini, Fogliardi e Narducci che poi hanno ritirato la firma il mese scorso". Un atto che, secondo alcuni firmatari del testo, come l'azzurro Gregorio Fontana, ha di fatto messo un freno al provvedimento: "personalmente - dice Fontana - la proposta, nata con intento di pacificazione, è venuta meno quando il Pd ha ritirato le proprie firme". Pd che esprime soddisfazione per la scelta del premier. "Mi hanno detto - ironizza Franceschini - che poteva essere un boomerang invitare Berlusconi in piazza per il 25 aprile. Poi gli ho chiesto anche di ritirare la pdl. Questa seconda cosa è un boomerang o una cosa buona?". Insomma, aggiunge la presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro: "Quello che sta succedendo in queste ore è un successo della nostra iniziativa politica ma è soprattutto qualcosa che conforta gli italiani che hanno a cuore la verità della storia, la democrazia, la nostra Costituzione e i principi che ne costituiscono il fondamento". La senatrice dà comunque atto al presidente del Consiglio di "parole e atti importanti". Per l'Italia dei valori il gesto del premier di ritirare la proposta, però, non basta. "Aprirgli una linea di credito - dice il presidente dei senatori del partito, Felice Belisario - dopo 15 anni di cattivi provvedimenti è davvero difficile, ma per verificare davvero se è davvero terminata la fase in cui si considera proprietario dello Stato, aspettiamo le prossime mosse". Oggi, intanto, il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, simbolicamente, è andato al cimitero Maggiore di Milano dove ha deposto due mazzi di fiori, dove sono sepolti i partigiani milanesi, e dove ci sono le tombe dei combattenti della Repubblica sociale italiana.