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Intervista. Delrio: l'alleanza con le destre Ue danneggia l'Italia

Roberta D'Angelo venerdì 22 giugno 2018

Graziano Delrio, capogruppo del Pd alla Camera

È un invito a fermare la campagna elettorale fatta di spot e a entrare nel vivo dei problemi, l’offerta di un’esperienza di anni di governo a un esecutivo di neofiti quella che arriva da Graziano Delrio. Il capogruppo del Pd alla Camera appare preoccupato della cascata di proclami che si abbatte ogni giorno sul Paese.

Sull’immigrazione la linea dura di Salvini non sta pagando?

No, la linea dura di Salvini sta facendo pagare il prezzo agli italiani, perché l’Italia si sta isolando, si sta mettendo dalla parte di quelle destre europee che hanno fatto fallire le vere riforme del regolamento di Dublino, che era stato già approvato, e la riforma di Juncker. Quel blocco di Paesi che ragionano come Salvini (Ungheria, Slovacchia), non accettando la redistribuzione degli immigrati, ha causato la situazione attuale. Salvini è la causa, non la soluzione dei problemi.

L’Italia però è stata lasciata sola...

Ma Francia e Germania non sono nemiche: avevano portato alla fine anche i grandi partiti popolari presenti in Europa a sostenere questa riforma...

Conte ha carte da giocare domenica?

Credo che Conte debba convincere l’Europa a rendere obbligatorie le quote, pena la perdita dei finanziamenti. Una cosa sempre detta. Bi-È sogna che Salvini convinca i suoi amici nazionalisti a far parte di questo progetto. Il nemico della soluzione dell’immigrazione non sono i buonisti, ma quelli che fanno i padroni in casa loro. Nessuno mette in dubbio che serve un’immigrazione programmata, e la guerra agli scafisti. Ma invece di seguire una via già tracciata stiamo discutendo di cose irrealistiche. Non chiuderanno nessun accordo.

Come gli hotspot?

Gli hotspot la Tunisia non li accetterà mai. È una proposta vecchia, già bocciata perché irrealizzabile.

Salvini punta il dito sulle Ong.

Ad oggi non c’è nessuna dimostrazione dei fatti contestati. Lo dico da ex responsabile dei soccorsi in mare: noi abbiamo salvato più di mezzo milione di persone. Ma quando non erano coinvolte le Ong, in presenza di una chiamata eravamo obbligati a deviare i mercantili. Le Ong non hanno fatto altro che sostituirsi ai mercantili, limitando un danno economico enorme. Quindi tutta questa criminalizzazione è una chiacchiera violenta, che semina odio e pregiudizio, senza nessun fondamento.

Quelle sul censimento dei Rom sono chiacchiere?

È un’altra polemica che serve a distogliere dai problemi dell’Italia, che sono il lavoro e la sicurezza nelle nostre città. Il ministro dell’Interno fa finta di occuparsi dei rom, ma poi questo censimento non si farà. Piuttosto dentro al contratto di programma c’è una cosa gravissima: la prima legge razziale dopo 80 anni. Nessuno gli ha dato risalto, ma togliere la patria potestà ai rom se non mandano i figli a scuola è introdurre un criterio etnico per una decisione che dovrebbe allora essere valida per tutti. Ho chiesto a Conte, quando è stato incaricato, di toglierla.

La risposta?

La risposta è stata il silenzio. Fa parte di questa politica degli annunci.

Come la flat tax, che parte dalle imprese?

Per le imprese esiste già, è stata fatta da noi e anche abbassata. Attendiamo quella promessa da loro per combatterla, perché è una enorme ingiustizia, visto che abbassa le tasse ai ricchi. Ma per ora siamo solo alle promesse. Non c’è un atto che possiamo esaminare. C’è invece un atto depositato da noi...

Quale?

Riguarda l’estensione del reddito di inclusione, con cui si può cancellare la povertà in Italia entro pochi mesi, visto che la misura è già in vigore da tempo. Bastano poche risorse in questo bilancio che verrà per raggiungere tutti i 5 milioni di persone nel bisogno. È una misura semplice, immediatamente eseguibile.

Ma l’obiettivo del governo è il reddito di cittadinanza...

Quello fa parte ancora degli annunci, dicono che lo faranno dopo i centri per l’impiego. Noi siamo disponibili a esaminare tutte le misure che vanno incontro ai bisogni dei cittadini perché questo sviluppo, che pure ha generato un 'segno più' per il Pil, ha generato anche dei meno sull’uguaglianza. Quindi va ripensato. Ma intanto che mettono in piedi il loro programma, si completino le misure già in atto.

Come?

La prossima settimana presenteremo l’assegno universale per i figli. Abbiamo fatto tanti bonus interessanti. Ora potremmo assorbire in un unico assegno tutti i bonus e una dote unica per l’acquisto dei servizi per chi ha figli a carico. In un Paese che si sta incattivendo e non fa figli, serve il sostegno dello Stato.

Un rilancio contro la crisi demografica?

Sì perché si ispira alle politiche nord europee dove si è avuta una inversione di tendenza per figli pro-capite. Chiediamo alla maggioranza che ha tempi lunghi per organizzarsi, non avendo esperienza di governo, di approvarlo anche prendendosi il merito. Sono misure già studiate e che in pochi mesi si possono inserire nella legge di bilancio. Sono state rielaborate e rafforzate dopo un confronto con associazioni e famiglie.

Con il condono non si rischia di vanificare rottamazione?

Credo di sì. La gente che aveva aderito alla proposta di non pagare gli interessi, con queste premesse potrebbe smettere di pagare.

Sulla Tav il governo smonterà il suo lavoro?

L’Alta velocità è un motore dello sviluppo. È un modello che ha in mente un’idea di Europa più connessa, non di un’Europa delle frontiere. L’Europa è un’occasione di sviluppo. La revisione progettuale delle opere è già stata fatta. Potrebbe essere utilizzata. Ma se non si ha in mente un progetto di Europa è difficile fare delle scelte giuste.

Il Pd si sta attrezzando a fare opposizione?

Il Pd è il secondo partito italiano, anche se sconfitto. Non ci interessano le polemiche. Stiamo aprendo un percorso di riflessione: le disuguaglianze sono il vero pericolo da combattere. Abbiamo tanti amministratori, energie giovani da cui ripartire. Sono ottimista. Siamo vivi.