Scenari. Salvini di nuovo all'attacco: via Conte, pronti a governo di unità per 8 mesi
Già archiviata la breve tregua sul primo decreto coronavirus, Matteo Salvini riparte all'attacco dell'esecutivo Conte. «Questa squadra di governo non é adatta a gestire la normalità, figuriamoci l'emergenza - dice in una conferenza stampa -. Noi vogliamo che l'Italia riparta, ma con Conte non riparte. La Lega c'è per accompagnare il paese fuori dal pantano, per accompagnare il paese al voto». L'ipotesi che sta caldeggiando il segretario della Lega è quella di un «governo scialuppa» di otto mesi che traghetti il Paese verso le elezioni politiche anticipate. Una proposta che Salvini ribadisce prima di salire al Quirinale, mentre lo spread sui nostri titoli pubblici torna in "zona pericolo" a quota 164, per l'incontro che aveva chiesto ieri mattina a Sergio Mattarella. Un colloquio, anticipa, cercato per farsi tramite delle richieste del mondo produttivo, colpito dall'emergenza Coronavirus, e che, al termine, è definito «cordiale» da fonti leghiste. Ufficialmente, tutti negano però che nel colloquio al Quirinale si sia affrontato anche il tema di un cambio di governo per dar vita di un esecutivo di unità nazionale. Per il segretario leghista la conditio sine qua non per superare questo momento di «emergenza sanitaria ed economica» resta comunque la "rimozione" da Palazzo Chigi di Giuseppe Conte. Con lui - scandisce Salvini ai cronisti - il «Paese affonda», mentre ora «con i governatori leghisti concordiamo che occorre riaprire» tutte le attività e «ritornare alla normalità». Tutte richieste di cui si fa portavoce con il capo dello Stato. Ma dal premier Giuseppe Conte, giunto a Napoli per il vertice bilaterale con il presidente francese Emmanuel Macron, arriva una replica diretta: «Noi siamo un governo unito, lo siamo già. Nè oggi né nei giorni scorsi ho partecipato al gioco delle polemiche». E risposte negative che per ora sembrano cementare la coalizione attorno a Conte arrivano pure da Pd, M5s e Leu. «L'unità d'azione nell'emergenza è un dovere di tutti. La formazione di un governo è una scelta politica, e noi con la destra sovranista e populista non possiamo fare alcun governo», sono state le parole di Goffredo Bettini, uno dei principali consiglieri del segretario del Pd, Nicola Zingaretti.
Nella conferenza stampa tenuta con i due capigruppo leghisti di Camera (Riccardo Molinari) e Senato (Massimiliano Romeo), che si svolge poco prima dell'incontro con il presidente della Repubblica, Salvini anticipa i temi del colloquio. «Presenterò anche il raccapriccio» per le frasi pronunciate dal presidente del Consiglio sui presunti errori commessi dall'ospedale di Codogno che, a suo giudizio, hanno provocato come «conseguenza» l'apertura dell'inchiesta della Procura di Lodi.
Ai giornalisti che gli chiedono se la Lega sarebbe disponibile a partecipare a un eventuale esecutivo di unità nazionale per affrontare l'emergenza, Salvini apre a un governo a tempo. Il segretario leghista parla di «otto mesi» di traghettamento verso il voto anticipato. «Noi siamo disponibili a remare su una scialuppa di salvataggio per il tempo strettamente necessario a tornare alla normalità democratica», assicura. «Se arriva qualcun altro che condivide tre cose da fare in questi otto mesi, perché non è che si possa stare a osservare le stelle, ed è convincente, il sostegno della Lega c'è, perché l'Italia non può essere in mano a un fantasma. Altro paio di maniche sono le maggioranze variabili, responsabili». «Non pensiamo a nessun inciucio, a nessun governo col Pd, a nessun pateracchio, nessun accordo di palazzo - continu aSalvini -. Ma qui c'è un Paese che subisce danni e c'è chi prima dice ovunque che c'è l'emergenza e poi sparisce per due giorni. È evidente che serve qualcuno alla guida del Paese con le idee chiare».
Sulla stessa linea è la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, che «considera il governo Conte una esperienza fallita ed è pronto a presentare una mozione di sfiducia al governo per verificare se ci sia ancora una maggioranza che lo sostiene». «Ma insistiamo nel dire - aggiunge Meloni - che la soluzione per il dopo Conte, a nostro avviso, sono libere elezioni. Non è vero, infatti, come ci viene raccontato da più parti, che oggi non si possa votare, e siamo pronti a dimostrarlo. È inaccettabile che, usando persino il Coronavirus, ogni scusa in Italia sia buona per impedire agli italiani di votare. Ogni altra ipotesi che si dovesse mettere in campo non ci troverebbe d'accordo». «Dopo due governi nati da un inciucio che non hanno prodotto nulla se non l'immobilismo e i compromessi al ribasso - conclude Meloni - non crediamo ne serva un terzo, ancora più eterogeneo dei due precedenti. Il giudizio che abbiamo di Conte, Renzi, Di Maio e Zingaretti è lo stesso e coerentemente con il nostro percorso non siamo disponibili a fare accordi con loro. In ogni caso, i voti di Fratelli d'Italia non sono indispensabili per un governo istituzionale, che per noi rimane un inciucio: se altri vogliono possono farlo senza di noi. In quel caso, come abbiamo sempre fatto con qualunque governo, saremo pronti a votare eventuali singoli provvedimenti che dovessimo considerate utili all'Italia».