Europee. Salvini lancia la sfida per Bruxelles: «Via gli abusivi dall'Ue»
L’assalto sovranista al parlamento di Bruxelles parte dalla kermesse fiorentina di Identità e democrazia, dove Matteo Salvini suona la carica contro gli «abusivi» al governo dell’Unione e marca la distanza con gli alleati in maggioranza in vista delle europee.
Nonostante le assenze di Marine Le Pen e Geert Wilders il ministro dei Trasporti appare galvanizzato mentre immagina «un’onda blu» capace di sovvertire gli equilibri dell’Eurocamera: «L'anno prossimo per la prima volta nella storia delle istituzioni europee il centrodestra unito e determinato può liberare Bruxelles da chi la occupa abusivamente – tuona dal palco della Fortezza da Basso -. Noi portiamo proposte e idee, lascio alla sinistra una presunta superiorità che ha perso da molto tempo». L’attacco all’establishment è diretto e punta dritto all’Europa «massonica e burocratica che vuole distruggere le nostre civiltà». «Oggi - incalza il vicepremier scomodando l’Antico Testamento - mi sono riletto un passaggio della Bibbia, quello di Davide e Golia che è confacente a quello che stiamo facendo. A Firenze ci sono donne e uomini che sconfiggeranno un gigante che è il primo nemico dell'Europa. Noi del Golia Soros non abbiamo paura».
Parole scandite al fianco dei big del partito (ministri, governatori e capigruppo), giunti a dare manforte al “capitano” per un inizio di campagna elettorale senza sbavature. È l’epilogo di una giornata intensa che vede il fronte dell’ultradestra europea convergere su molti temi, tutti elettoralmente efficaci. C’è la questione migratoria, per esempio, affrontata dal bulgaro Kostadin Kostadinov e da Le Pen nel suo video messaggio: «Per la signora l'immigrazione non è un problema – accusa la leader del Rn parlando di Ursula von der Leyen –. Ma un progetto. Siamo trattati dalla Ue come merci, non come persone». Anche l'alleato portoghese Andrè Ventura manda una clip, ma il bersaglio in questo caso sono «i burocrati dell’Unione». Mentre nell'ultimo video, quello di Wilders, domina il basso profilo, che fa da sfondo al difficile processo di formazione del governo in cui il leader dell'ultradestra olandese è ancora impegnato dopo la recente vittoria elettorale.
A farsi carico della difesa della famiglia naturale sono invece il polacco Roman Fritz e il rumeno George Simion. «Faccio un esempio - dice il leader della Confederazione della corona polacca -. Noi abbiamo donne che possono presentarsi come uomo, il gender, ma noi chiamiamo il male come male». «Abbiamo migranti irregolari, abbiamo perso le fabbriche, perso l'identità nazionale e assistiamo al declino del cristianesimo. E ci impediscono di usare le parole padre, madre e Natale», aggiunge il numero uno del partito identitario di Bucarest.
Il silenzio di Palazzo Chigi e del partito della premier certifica un certo imbarazzo di fronte a uscite un po' troppo audaci per la linea tenuta dal governo e anche per l'appartenenza di Fdi alla famiglia, più moderata, dei conservatori europei. Ma Forza Italia invece si smarca apertamente manifestando la propria insofferenza nell'intervento di questa mattina di Raffaele Nevi, vicepresidente dei deputati azzurri: «Sconsiglio a Salvini di andare appresso a personaggi che sono un po' particolari, se vogliamo usare un eufemismo. Direi di non personalizzare la questione. La questione è una questione politica. Noi non possiamo fare alleanze con chi la pensa diversamente da noi». Una prova ulteriore che queste europee, e le diverse posture assunte dalle anime della maggioranza rispetto all'Ue, restano la minaccia più concreta alla stabilità dell'esecutivo.
Salvini però non sembra affatto preoccupato delle tensioni interne, prova ne sia il post di questa mattina in replica all'invito agli elettori per «una proposta pro-europeista», lanciato ieri dalla Presidente del Pe, Roberta Metsola: «C'è chi ripropone l'inciucio con le sinistre, che ha portato l'Europa ai problemi di oggi - scrive sul suo profilo il vicepremier - e chi pensa ad un futuro di benessere fondato su lavoro, sicurezza e libertà, guidato dal centrodestra unito anche a Bruxelles. #FreeEurope».