Salute mentale. I giovani stanno male, la sfida è capirlo in tempo
Un giovane riflette in una seduta di psicoterapia
Sono ben 137.444 i bambini e ragazzi sotto i 18 anni che si sono rivolti al sistema sanitario regionale per disturbi neuropsichici di diversa gravità nel 2022. Di questi 110mila sono stati seguiti in ambulatorio, circa 25mila in pronto soccorso, più di 17mila assumono psicofarmaci, quasi 7mila sono stati ricoverati almeno una volta, oltre 500 hanno intrapreso un percorso in comunità terapeutica. Lo rivela una ricerca unica nel suo genere condotta per Fondazione Cariplo dall’Università di Pavia che ha coordinato un team interdisciplinare di esperti provenienti anche da altre realtà: Università di Milano Bicocca e di Brescia, Fondazione Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, Fondazione Mondino, Spedali Civili di Brescia e Regione Lombardia.
Partendo dai dati Fondazione Cariplo ha messo a punto una strategia per il benessere psicologico di bambini e adolescenti, dando il via alla terza edizione del bando “Attenta-mente”. Con due milioni di euro il bando si propone di intercettare precocemente situazioni di disagio emergente o sommerso e aumentare la capacità dei territori di costruire per minori e famiglie forme di supporto e cura tempestive, ben calibrate sul piano educativo, sociale e sanitario. “Attenta-mente” si rivolge a reti di soggetti non profit, privati e pubblici: terzo settore, servizi di neuropsichiatria, scuole e tanti altri attori della comunità.
«Il dato per noi è uno strumento essenziale – ha spiegato Giovanni Azzone, presidente di Fondazione Cariplo -. E il tema dei giovani, che sono il nostro futuro, è un tema chiave. Qualunque criticità tocchi i giovani, se non affrontata, si ripercuoterà negli anni successivi. I numeri che abbiamo riscontrato sono impressionanti e ci impongono di fare qualcosa. Il nostro approccio è quello di cercare di arrivare prima. Da un lato il bando “Attenta-mente” si propone di affrontare le criticità e dall’altra con il bando “Porte Aperte” cerchiamo di rendere i luoghi di aggregazione coerenti con le aspettative dei giovani».
I dati raccolti due anni fa hanno anche evidenziato che il 51% di tutti i ricoveri per disturbi psichiatrici e il 79% di quelli per disturbi neurologici è avvenuta in reparti inappropriati, come pediatria e psichiatria adulti, invece che in posti letto di neuropsichiatria. Importanti criticità si riscontrano nella continuità di cura tra ospedale e territorio, addirittura in situazioni a rischio di vita quali i comportamenti autolesivi e suicidari nonostante l’enorme sforzo per garantire risposte. Secondo lo studio, il 74% di chi accede in Pronto Soccorso non ha avuto contatti con gli ambulatori territoriali nello stesso anno. Milano presenta la più bassa prevalenza di accesso ambulatoriale (6%) e la più alta prevalenza di accesso in pronto soccorso per disturbi psichiatrici (15,75% contro una media del 9,27%). C’è anche un’elevata percentuale di ricoveri che viene destinata ad altri reparti.
I flussi amministrativi sanitari che sono stati esaminati non ci dicono, però, tutta la verità perché intercettano chi ha già un disturbo e riesce ad accedere ai servizi. Mancano, infatti, informazioni sulle liste di attesa, su chi non ha ancora un disturbo conclamato, ma ha una situazione a rischio elevato o difficoltà psicologiche, quindi l’analisi riguarda solo la punta dell’iceberg. La saturazione del sistema e la maggiore complessità dei casi seguiti impediscono infatti la presa in carico di tutti coloro che ne hanno effettivamente bisogno.
In questo scenario le femmine superano i maschi per ricorso ai farmaci, accessi al pronto soccorso, ricoveri in ospedale e avvio di percorsi di residenzialità terapeutica. Sono anche in aumento i ragazzi con ideazione suicidaria o comportamento autolesivo/suicidario accolti per la prima volta in pronto soccorso o in reparto: che sono passati da un andamento sostanzialmente stabile nel periodo pre-Covid a 333 nel 2022 (+189%).