Salute mentale . Tutto italiano il progetto per la "cittadella psichiatrica" di Nairobi
Nel "rendering" virtuale del progetto, in primo piano gli impianti sportivi della cittadella della salute mentale destinati ad attività terapeutiche e di reinserimento
La medicina italiana per la salute mentale dei pazienti in Kenya. Il fragile servizio sanitario del Paese africano fatica a gestire i suoi pazienti psichici. Oltre alle classiche patologie schizofreniche e ossessive, numerose sono infatti quelle "endemiche": gli ex bambini soldato pesantemente traumatizzati (Il Kenya confina con la Somalia e il Sud Sudan), i ragazzi di strada annichiliti dall’assunzione dei vapori di colla o di jet fuel (il kerosene additivato degli aerei di linea), le persone con disturbi di genere. Già a marzo potrebbero partire i lavori a Nairobi per una grande "cittadella della salute mentale", il cui progetto è frutto di un memorandum d’intesa firmato tra il governo kenyota di Uhuru Kenyatta e Gksd, una partecipata del Gruppo San Donato che gestisce in Italia 17 ospedali privati in convenzione col servizio sanitario nazionale, tra cui eccellenze come il San Raffaele di Milano.
Oggi Nairobi ha un ospedale psichiatrico assolutamente insufficiente e inadeguato agli sviluppi della cura dei disturbi mentali. Per il nuovo Mathari Mental Hub è stata quindi individuata una grande area verde, alle porte della capitale kenyota, di circa 80 ettari. Qui dovrebbe sorgere la cittadella fatta di una ventina di bassi edifici, per oltre 172 mila metri quadri, il 16% dell’area, tra ospedale, uffici, residenze per i pazienti, appartamenti per 300 famiglie del personale sanitario, uno stadio con impianti sportivi complementari alle terapie. La struttura potrebbe ospitare fino a 600 pazienti assistiti da uno staff di circa 1.100 tra personale sanitario e tecnici. Al Gruppo San Donato il compito di formare il personale locale e avviare un polo universitario incluso nel Mathari Mental Hub. Circa 300 milioni di euro il costo di cui il governo keniota dovrebbe farsi carico.
L’ambizioso progetto, pensato come polo d’eccellenza di salute mentale – pubblica e gratuita – non solo per il Kenya, ma per tutta l’Africa centrale, è stato presentato a Roma nel corso della seconda edizione di Ecam Council (European Corporate Council on Africa and Middle East), summit che ha visto confrontarsi San Donato, Gksd e The European House Ambrosetti con numerose delegazioni di governi africani e mediorientali. Al summit sono intervenuti tra gli altri i ministri della Salute Roberto Speranza e degli Esteri Luigi Di Maio, il segretario dell’Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghabreyesus, l’ex premier britannico Tony Blair, presidente esecutivo dell'Institute for Global Change.
«Per la formazione del personale il progetto si avvale dell’esperienza di Ville Turro – spiega Paolo Rotelli, vicepresidente del Gruppo San Donato – la struttura satellite del San Raffaele per la psichiatria. Per la struttura sono stati adottati criteri di bioarchitettura, come i "tetti verdi" coperti da prato: l’isolamento termico permette di evitare impianti di condizionamento di costosa manutenzione». Per il sottosegretario alla Salute, Piepaolo Sileri, «un progetto magnifico, anche perché risponde alla filosofia di cura che vede luce e natura come complementi fondamentali per la guarigione».