Attualità

Manovra. Salta il taglio del canone Rai. Arriva norma stoppa-processi

Igor Traboni giovedì 24 ottobre 2024

L'aula della Camera dei deputati

Dalla manovra, che continua ad allarmare varie categorie, dal personale sanitario e della scuola ai pensionati, escono ulteriori novità: salta il taglio a 70 euro del canone Rai e arriva una norma “stoppa-processi”. Intanto la previsione è quella di tempi più lunghi per l’iter parlamentare dell’esame della legge di Bilancio. Il calendario verrà definito martedì prossimo, ma le audizioni (all’inizio previste da lunedì) inizieranno solo il 4 novembre in commissione Bilancio della Camera, con la possibile chiusura il 6 o il 7 con quella del ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti; dopo, per l’arrivo dei cosiddetti emendamenti “segnalati” l'ipotesi è di presentarli entro il 18 novembre, per poi dare il via alle votazioni e, infine, far approdare il testo in aula il 10 dicembre.

Non c’è giorno, però, senza ulteriori polemiche, in aggiunta a quelle già divampate. Anche se sulle pensioni minime, oggetto di un aumento di appena 3 euro al mese, la tensione sembra calare dopo che Raffaele Nevi, portavoce di FI (partito che si era intestato questa battaglia), si è detto «soddisfatto» del testo. Novità di ieri è l’introduzione, nel codice di procedura penale, di una norma (subito ribattezzata “affossa processi se non si paga”) per sanzionare il mancato pagamento del contributo unificato nel processo civile: in assenza, verrà estinto l'intero processo o sarà sancita la improcedibilità della domanda soggetta al tributo non pagato. Netta la contrarietà dell’Organismo congressuale forense, che parla apertamente di incostituzionalità della norma, citando alcune proposte similari già bocciate in precedenza.

Ma a tener banco in queste ultime ore è anche il denso capitolo Rai: il ministro Giorgetti aveva annunciato in conferenza stampa la conferma per il 2025 del taglio del canone, da 90 a 70 euro annui, ma non ve ne è traccia alcuna nel testo firmato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e inviato alla Camera. Tutto questo mentre il Cda Rai, a margine della riunione per approvare il bilancio semestrale, esprime «apprensione per i provvedimenti riguardanti il futuro dell'azienda contenuti nel ddl della manovra di Bilancio 2025 che - sia pure nell'ottica di un doveroso contenimento dei costi - rischierebbero di limitare l'autonomia del nostro servizio pubblico e di condizionarne le scelte e le attività con possibili impatti sull'occupazione, nonché sull'indotto». Una nota che scatena la polemica da parte del Pd, con il capogruppo in commissione di Vigilanza Rai, Stefano Graziano, che definisce «lacrime di coccodrillo» quelle di un Cda Rai «appiattito sulla maggioranza».

Altra novità è quella che riguarda le transazioni elettroniche, con l'obbligo di istituire un collegamento tecnico tra i mezzi di pagamento elettronico (sia fisici che digitali) con il registratore telematico, in modo che quest'ultimo possa memorizzare sempre le informazioni minime di tutte le transazioni e trasmettere all'Agenzia delle Entrate l'importo complessivo dei pagamenti giornalieri.

Stretta anche sulle spese di trasferte e rappresentanza, comprese vitto, alloggio e viaggi: non potranno essere scalate dal reddito delle imprese o di lavoro autonomo se non vengono effettuate attraverso meccanismi tracciabili.

Dal 2027 è previsto un fondo per finanziare gli interventi per la ricostruzione: 1,5 milioni il primo anno e 1,3 l'anno dal 2028; previste anche numerose proroghe delle misure approvate dai diversi governi negli anni a favore delle popolazioni colpite dal maltempo. Fa discutere, infine, l’estrazione in più, al venerdì, per Lotto e Superenalotto: «Un modo volgare e pessimo di fare cassa sulla pelle di chi ha difficoltà legate alla dipendenza da gioco. In sostanza, una rapina ai danni di chi è più fragile», da parte di un «governo di biscazzieri», scrive Nicola Fratoianni di Avs.