Montecitorio. Salario minimo, stop alla proposta. L'ira delle opposizioni
la segretario del Pd questa mattina a Montecitorio
Elly Schlein scandisce le parole e non nasconde il nervosismo. Il volto teso. «C'è una grande questione reale che brucia sulla pelle dei cittadini, c'è una proposta unitaria delle opposizioni, c'è un governo che fugge. Purtroppo per voi però dalla realtà non si può fuggire. Esiste una questiona salariale enorme in Italia che non può essere rinviata, la povertà non va in vacanza né prende pause». Montecitorio ha appena votato per sospendere l'esame della proposta di legge dell'opposizione sul salario minimo per un periodo di sessanta giorni. 168 i sì, 128 i no, tre gli astenuti. Un voto scontato ma la reazione è rabbiosa. Un coro si alza dai banchi delle opposizioni: «Vergogna, vergogna». L'ex ministro del Pd Roberto Speranza: «Nessuno deve lavorare per meno di 9 euro all'ora. Sotto questa soglia è sfruttamento. È il senso della nostra proposta sul salario minimo. Oggi la destra in aula rinvia l'esame non si sa a quando. Ma non ci fermeremo. È una battaglia giusta nell'interesse di oltre 3 milioni di lavoratori del nostro Paese». Giuseppe Conte, leader dei 5 stelle: «Meloni ricordi e rilegga il principio costituzionale dell'articolo 36, che garantisce al lavoratore il diritto per sé e la propria famiglia a un'esistenza libera e dignitosa. Il significato è semplice e riassumibile in tre parole: salario minimo legale subito». Le opposizioni non mollano. Conte e Schlein marciano compatti. Decisi a portare la sfida nei palazzi della politica e nelle piazze. Ma dalla maggioranza Maurizio Lupi boccia il salario minimo e propone una ricetta alternativa: «Il salario minimo non è la soluzione giusta... Ci sono le politiche attive del lavoro, la revisione del reddito di cittadinanza, la riduzione del cuneo fiscale e il costo zero per gli aumenti di stipendio che incentiva imprese e soddisfa i lavoratori. Alle opposizioni dico: strumentalizzare questi temi non serve a nessuno, e per questo mettiamo al voto una sospensiva, non sine die ovviamente e senza pregiudizi, per non interrompere il dialogo con un voto che impedirebbe anche alla maggioranza di trovare una soluzione». I toni si alzano, Schlein dice no a un rinvio sine die. E attacca ancora: «Voi - dice rivolgendosi alla maggioranza - avete scelto di aumentare la precarietà, avete scelto di fare sconti alle grandi imprese energetiche, avete tolto il reddito di cittadinanza con un sms. Nel mettervi seduti vi è caduta la maschera. Il lavoro povero esiste, lo vivono sulla propria pelle milioni di persone. Noi saremo al loro fianco nelle piazze e chiederemo ai cittadini e alle cittadine di portare avanti questa battaglia, con le altre opposizioni, per un salario giusto e dignitoso, contro lo sfruttamento».