«È andata molto bene...». Alle otto di sera il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, conferma ai cronisti le indiscrezioni sull’esito positivo della riunione mattutina a Palazzo Chigi fra il sottosegretario Luca Lotti, lo stesso Alfano e i colleghi ministri della Difesa, Roberta Pinotti, e dell’Economia, Pier Carlo Padoan, per risolvere la rovente questione del blocco degli stipendi di centinaia di migliaia di agenti e ufficiali di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e delle altre forze dell’ordine, che nei giorni scorsi avevano minacciato di entrare in sciopero, dopo l’annuncio dell’intenzione del governo di prolungare al prossimo anno il congelamento delle buste paga per tutti i dipendenti pubblici, ferme dal 2010. Uno scontro al calor bianco (che ha fatto irritare il premier Matteo Renzi: «Non accetto ricatti»), ma che alla fine il governo ha deciso di non prolungare. «È stata confermata la decisione di risolvere la questione del tetto salariale e retributivo – fa sapere Alfano –. Il lavoro per reperire le risorse è stato avviato». Secondo altre fonti ministeriali, la soluzione «è in dirittura d’arrivo». Annunci che arrivano poco prima che i rappresentanti di alcuni sindacati di polizia e dei Cocer vengano ricevuti a Palazzo Grazioli dal leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che li aveva invitati per manifestare il proprio appoggio. A Palazzo Chigi i ministri avrebbero individuato 430 milioni di euro nelle pieghe dei bilanci di Interno e Difesa (anche se non si conoscono ancora i dettagli), mentre altri 500 milioni sarebbero stati assicurati dall’Economia. Un miliardo, più o meno, che dovrebbe bastare per cancellare il blocco, che secondo stime sindacali in un quadriennio ha fatto perdere a poliziotti e carabinieri tra 4 e 6mila euro netti. Prudenti i sindacati: «Attendiamo l’ufficialità – dice il segretario della Silp-Cgil, Daniele Tissone –. Noi chiediamo che lo sblocco avvenga il prima possibile, già nella legge di stabilità, e parta dal primo gennaio 2015. Lo merita tutto il personale, impegnato ogni giorno in servizi faticosi e necessari». Un comunicato congiunto delle sigle di Ps e dei Cocer ritiene la riunione di ieri «preliminare alla preannunciata convocazione da parte del premier Renzi». E il ministro Alfano lascia intendere che l’incontro possa essere vicino: «L’atteggiamento dei sindacati è un cambiamento di approccio che rende più semplice il cammino. Ritengo che, scongiurata la minaccia dello sciopero, possa esserci un incontro col presidente del Consiglio». Nella foto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, alle prese con la messa a punto della prossima Legge di stabilità per il 2015