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AUDIZIONE IN SENATO. Sacconi: «Non permetteremo che la Ru486 violi la legge»

Pier Luigi Fornari venerdì 2 ottobre 2009
Le istituzioni non permetteranno che l’impiego della Ru486 vada contro o aggiri «il contenuto sostanziale» della legge 194. È il monito lanciato dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, nella sua audizione in commissione Sanità del Senato sulla pillola abortiva. Una seduta segnata anche dalle critiche del Pd alla lettera inviata dal presidente della Commissione, Antonio Tomassini (Pdl), al numero uno dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Sergio Pecorelli, nella quale si sottolinea «l’opportunità» che l’agenzia, «prima di pervenire alle determinazioni conclusive» sulla Ru486, «tenga nella massima considerazione le valutazioni che emergeranno a conclusione dell’indagine conoscitiva» della Commissione.«Grave» che Tomassini abbia chiesto all’Aifa, senza consultare la Commissione, di sospendere la sua decisione: così va all’attacco la capogruppo del Pd, Anna Finocchiaro che, accusando la maggioranza di voler snaturare l’indagine, torna a manifestare i suoi distinguo. «Una lettera inopportuna», aggiunge Dorina Bianchi (Pd).«Tomassini ha agito nel pieno rispetto delle regole parlamentari», ribatte il capogruppo del Pdl, Maurizio Gasparri, rinfacciando al Pd «un battibecco» tra suoi esponenti in Commissione. «L’audizione di Sacconi dimostra che l’indagine andava fatta», osserva Raffaele Calabrò (Pdl). È «pienamente giustificata», ribadisce il sottosegretario al Welfare, Eugenia Roccella. La questione tecnica delle modalità dell’aborto farmacologico non può non essere politica: la Ru486 è compatibile con la 194? In base alla legge l’aborto «deve avvenire nelle strutture pubbliche», una garanzia per la salute delle donne e per la prevenzione: l’Italia è l’unico Paese europeo in cui l’aborto è costantemente diminuito.Al margine della sua audizione, Sacconi evidenzia che la prossima riunione del cda dell’Aifa attesa per il 19 ottobre non permetterà ancora la commmercializzazione: è necessaria «una determina tecnica», che definisca nel dettaglio «il protocollo e il percorso». La questione su cui indaga anche la commissione, evidenzia Sacconi, è se la Ru486 è compatibile con la 194, verificando che «una compatibilità teorica» non sia «negata nei fatti».«Il 19 l’iter si concluderà in modo definitivo», dissente Livia Turco (Pd) che non può «nascondere» la sua «soddisfazione» perché il lavoro dell’Agenzia iniziò quando era ministro della Salute. A suo dire, poi, Roccella e Sacconi non avrebbero «un minimo di credibilità per difendere la legge sull’aborto». «Smontare» la 194, risponde la Roccella, è lo scopo di chi ha sponsorizzato politicamente l’immissione in commercio in Italia della pillola. «La Turco dica con chiarezza – chiede il sottosegretario – se ritiene che l’aborto debba avvenire in regime di ricovero ordinario» e non a domicilio. «Nessuno parla di aborto a domicilio», insiste la Turco, tornando a perorare l’educazione sessuale nelle scuole. «Parla d’altro, ma evita accuratamente di rispondere», registra infine la Roccella. «Quando mai avrei attaccato la legge 194?», precisa anche Sacconi, evidenziando di averne chiesto invece «la piena attuazione». Nella sua audizione il ministro ricorda che la legge ammette l’aborto – «un atto considerato, in linea di principio, negativamente» – solo in situazioni nelle quali la salute materna è minacciata.Quanto alla Ru486, non basta una «disciplina tecnica» teoricamente coerente con la 194: Sacconi sollecita anche «modalità di monitoraggio che consentano di verificare il grado di effettività del rispetto». E se così non fosse, le istituzioni «non potrebbero assistere passive»: saranno «necessari» interventi per un «rispetto» concreto di una «legge internazionalmente apprezzata», che «nessuna parte politica pare voler modificare».