La storia. Rosetta, che ha 100 anni, e non ha mai saltato un voto
Rosetta Ierovante, classe 1924, mentre vota. A fianco, il figlio Aldo
«I giovani non votano perché sono vagabondi e purtroppo non pensano al loro avvenire. Noi anziani siamo sempre i primi, i migliori. Io ho l’ansia di votare, è un mio diritto e voglio difenderlo. Voterò sempre». Nell’Italia che trascura sempre più le urne, sabato e domenica scorsi come in passato, Rosetta Ierovante, classe 1924, è protagonista d’una piccola grande lezione di cittadinanza attiva, coscienza democratica, consapevolezza politica. Il secolo di vita, festeggiato il 7 giugno, non ha affievolito il senso civico di questa cittadina di Cassano all’Jonio, nel Cosentino, che domenica mattina, mentre anche molti suoi concittadini erano al mare, o comunque lontani dai seggi, s’è sistemata al meglio, preso la scheda elettorale, e, accompagnata da uno dei suoi quattro figli, Aldo, s’è recata alla sezione numero 6 delle scuole elementari di via Giovanni Amendola per esercitare ancora una volta il suo diritto/dovere. Come ogni volta da quando ha potuto.
«Ho cento anni, io, e ancora il diritto di votare. Lo faccio da quando sono nata», esagera ma non troppo la signora Ierovante che il 10 marzo 1946, quando alle donne italiane con almeno 25 anni fu concessa la possibilità di votare, non potette esercitarlo per l’età. Ma poi l’ha sempre fatto. Non tradendo mai lo scudo crociato della Democrazia cristiana, racconta il figlio. E da quando la Dc, almeno quella d’un tempo, non è più sulla scheda elettorale, la signora Ierovante ha continuato a scegliere schieramenti di centro.
Non capisce perché in tanti, anzitutto donne, non si rechino alle urne. La sua è un’indignazione militante. «Sbagliano tante a non andare a votare, perché fanno mancare il sostegno al loro partito. C’è anche gelosia e invidia per chi fa cose positive». Il senso civico di mamma Rosetta è stato ereditato dalle due figlie femmine e dagli altrettanti maschietti, così come dai quasi venti tra nipoti e pronipoti, l’ultima dei quali, Viola, è nata un anno fa.
È felice, orgogliosa e anche un po’ sorpresa del clamore provocato dal suo voto domenica. Addirittura accompagnata dal sindaco di Cassano all’Jonio, Gianni Papasso, il quale, con tanto di fascia tricolore, le ha porto il braccio per affiancarla sino al seggio.
Rosetta Ierovante è una donna del sud con un forte carattere. Ama cantare e ballare valzer e tango. Nel 1959 lasciò il suo borgo di nascita, Castroregio, paesino italo albanese nell’entroterra dell’Alto Jonio cosentino, trasferendosi per lavoro a Cassano assieme al marito venuto a mancare nel 1989. Entrambi erano dipendenti delle ferrovie Calabro Lucane. Lei faceva la guardiabarriere prima che i passaggi a livello diventassero a controllo elettronico. Il compagno d’una vita, invece, era capo squadra sulla linea ferrata. Un’altra passione trasmessa a un figlio e una nipote anch’esse impegnate con la stessa azienda che nel frattempo ha affiancato ai binari il trasporto su gomma, cambiando pure denominazione.
Tornata a casa, domenica, nonna Rosetta ha conservato con cura la tessera elettorale, perché il voto europeo non vuole essere l’ultimo. Eh no! «Ho intenzione di votare per i prossimi cinquant’anni», promette ad “Avvenire”, allegra e determinata come sempre.