Escono le prime indiscrezioni sul regolamento attuativo per le ronde, previste dal pacchetto sicurezza, che tanto preoccupavano, insieme ad altri aspetti, il capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Un regolamento che negli ambienti di governo viene giudicato "soft", tanto che il suo estensore, il ministro dell’Interno Roberto Maroni, si dice convinto che «esso fugherà i timori e le perplessità circolate sull’istituzione delle ronde». Intanto nel Pdl arriva l’ordine perentorio da Palazzo Chigi: niente polemiche sul capo dello Stato, mentre lo stesso Berlusconi fa sapere ai giornalisti che con il Quirinale non ci sono problemi e che sulla lettera si farà «una riflessione».Anticipato dall’
Ansa e finora in uno stadio di bozza, il regolamento studiato da Maroni e dal capo della Polizia Manganelli prevede alcuni punti che, nelle intenzioni del Viminale, dovrebbero evitare la trasformazione delle ronde in squadre politicizzate. Così, si legge nel documento, esse non potranno essere costituite da più di tre persone e non dovranno portare con sé alcuna arma o strumento atto a offendere, anche se i partecipanti dovessero essere i possesso di porto d’armi. Se i nomi hanno la loro importanza, per gli appartenenti alle ronde è stato scelto la definizione di "osservatori". E in effetti il regolamento assegna loro proprio questa funzione. Essi dovranno segnalare alle polizie locali o alle forze di polizia eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana o situazione di disagio sociale. E dovranno farlo rigorosamente senza fini di lucro e con «finalità di solidarietà sociale».Le associazioni che vorranno iscriversi nell’elenco istituito presso le prefetture non dovranno essere collegate con movimenti politici, partiti, sindacati o tifoserie organizzate. E non potranno nemmeno ricevere finanziamenti da questi soggetti. Sarà il prefetto che deciderà insindacabilmente e anno per anno se avvalersi o meno del contributo delle singole associazioni, mentre saranno i Comuni a occuparsi della formazione. Molta attenzione il regolamento presta alla delicata questione delle divise. Gli osservatori volontari dovranno indossare una casacca fluorescente gialla, con stampigliato il logo della loro associazione e, eventualmente, del Comune nel quale prestano la loro opera. Banditi pertanto stemmi, simboli, divise e tenute che in qualche modo possano ricordare quelli delle forze dell’ordine, delle forze armate, della protezione civile o che fanno riferimento a partiti o movimenti politici. Vietata anche, sulla casacca, ogni pubblicità per gli eventuali sponsor o finanziatori dell’associazione. Regole infine per i singoli partecipanti al servizio di "osservazione": dovranno avere più di 25 anni, non dovranno essere iscritti a partiti né essere stati condannati (o denunciati) per reati non colposi. Dovranno godere di buona salute fisica e mentale e non fare uso di droghe. Non potranno avere in tasca la tessera di associazioni o movimenti organizzati, anche se ancora non è chiaro a quali gruppi pensi il Viminale. Intanto, dopo gli attacchi, anche duri, di alcuni esponenti del Pdl contro Napolitano per i rilievi espressi sul pacchetto sicurezza, lo stesso presidente del Consiglio Berlusconi dà il la, invitando a non polemizzare con il Quirinale: con il presidente «ci diciamo tutto in maniera esplicita, c’è un rapporto assolutamente positivo e di estrema cordialità, che si manifesta come tale in tutte le occasioni». E mentre il capogruppo del Pdl al Senato Gasparri, prima della sortita di Berlusconi, aveva criticato Napolitano, il presidente della Camera Fini aveva definito la lettera del Quirinale «politicamente incisiva».