Roma. Volantini antisemiti contro Lazio, Napoli e Israele
Giorgetti e Di Segni presentano la Giornata della Memoria
Sono in corso indagini da parte delle forze dell'ordine a Roma sulla distribuzioni di alcuni volantini antisemiti comparsi nella zona di Roma Nord. Il testo dei volantini appare in alcune foto sui social e recita: «Lazio, Napoli, Israele, stessi colori, stesse bandiere. M...e». Un anno fa nella capitale il caso degli adesivi che ritraevano Anna Frank con al maglia della Roma. L'ipotesi è che i volantini, dal chiaro contenuto antisemita, siano la "risposta" degli ultrà romanisti agli adesivi di un anno fa.
«Ci preoccupano i ritorni di fenomeni di antisemitismo e razzismo in Italia e in Europa. È responsabilità delle istituzioni comprendere e non sottovalutare». Così Noemi di Segni, presidente dell'Unione della Comunità ebraica italiana, durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi con a fianco il sottosegretario Giancarlo Giorgetti per la presentazione degli eventi della Giornata della Memoria prevista per il 27 gennaio. Per Di Segni «va fatta una riflessione su quanto la normativa in Italia affronti i reati di odio».
«Quei volantini sono un'ulteriore dimostrazione che razzismo e antisemitismo nel calcio non hanno colore
e che serve una soluzione definitiva per debellare il problema. Temo, come sta avvenendo in questi giorni, che spesso si parli di razzismo nello sport senza la volontà di risolvere definitivamente la questione. Se si vuole sconfiggere l'odio c'è bisogno di impegno vero di tutti». È quanto sottolinea la presidente della
Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello.
«Adesivi antisemiti romanisti? Ho letto, è incredibile. Ho visto gli incidenti di ieri: è pazzesco. Sono allibito, senza parole - dice il presidente del Coni, Giovanni Malagò -. Se noto un clima di tensione attorno al mondo ultrà? Spero sia solo casuale, spero di no e mi auguro che non sia così altrimenti sarebbe un enorme passo indietro».
«Gli idioti purtroppo ci sono dappertutto. Questi non sono tifosi, ma dei poveri decerebrati, dovrebbero pensarci le famiglie - spiega il direttore del Tg5 Clemente Mimun -. Come ha detto giustamente Lotito questi non sono tifosi, penso comunque che alzando troppo clamore si rischia l'effetto opposto e cioè quello emulativo. Per finire sui giornali la gente è disposta a tutto. Bisognerebbe farli studiare, chiuderli un giorno intero in una stanza e costringerli a vedere film come Schindler's List e La vita è bella forse almeno imparerebbero qualcosa. I fenomeni di ignoranza collegati al mondo dello stadio sono di difficile interpretazione. Ho letto che in qualche stadio fanno "buu" anche a Bonucci che non è certo un giocatore di etnia diversi. A volte fanno "buu" anche a chi gli sta di fronte gli fa paura».
Manifesti con la scritta «Lazio, Napoli, Israele, stessi colori, stesse bandiere. M...e» sono apparsi in alcune strade della Capitale, senza suscitare «alcuna forma di indignazione e di condanna». A denunciarlo è Arturo Diaconale, con un lungo messaggio sul proprio sito. Diaconale mette in evidenza «l'assurdità della regola dei due pesi e delle due misure adottata da giornali ed emittenti imbevuti di quel pensiero unico che si scandalizza per il presunto razzismo degli altri, ma è incapace di riconoscere il proprio».