Roma. Le promesse di 5 candidati al Campidoglio
Una caratteristica di questa campagna elettorale è l’essersi concentrati finora più sulle schermaglie politiche che sui programmi veri e propri. Una carenza ancora più grave per Roma, la capitale oberata da problemi gravissimi, anche di bilancio. Avvenire ha provato a invertire la tendenza, sentendo i 5 candidati principali (manca Stefano Fassina, di Si, alla luce del verdetto del Tar) sui loro progetti per la Città Eterna.Alfio Marchini propone così un’Anagrafe dei lavori pubblici sul sito del Comune, per garantire trasparenza, e la chiusura immediata dei campi rom abusivi, con una «puntuale verifica patrimoniale sugli ospiti e l’identificazione h24 negli accessi». Sul piano sociale è per introdurre una card destinata alle persone in difficoltà, alimentata col «30% delle risorse recuperate dagli sprechi della "macchina" capitolina», e per la creazione di nidi anche condominiali per i bambini. Pensa infine a «un grande parco archeologico» fra il Colosseo e via dei Fori. Quanto alle unioni civili (che l'hanno visto protagonista di una polemica in settimana) torna a precisare che «e leggi vanno rispettate, sono favorevole al riconoscimento di tutti i diritti civili ma il matrimonio è altra cosa». Virginia Raggi, candidata di M5S, annuncia come primo provvedimento-simbolo «il taglio della carta di credito del sindaco», per segnare una svolta di moralità rispetto alla gestione Marino. Indica poi nei trasporti e nella mobilità la sua «priorità». Le idee? Semafori "intelligenti", più piste ciclabili e un’area pedonale in ogni Municipio. Altro punto centrale è «il censimento di tutto il patrimonio immobiliare del Comune», per verificare caso per caso chi ha diritto a un alloggio. E assicura «una completa pubblicizzazione dei servizi, ove possibile».Guarda alla concretezza di «Municipi più forti» per essere vicini alle esigenze quotidiane dei cittadini Roberto Giachetti. Anche nel suo programma non mancano tuttavia proposte "d’impatto". A partire dal capitolo trasporti: sdoppiamento del tram 8 su viale Marconi (verso l’Eur) e fino alla stazione Termini e raddoppio delle corsie preferenziali. E ancora: chiusura di tre campi rom entro 2 anni con la creazione di «percorsi d’inclusione personalizzati», superamento del sistema dei residence per le emergenze abitative per passare al buono-casa (con l’obiettivo di risparmiare 13 milioni da reinvestire) e aumento dell’offerta scolastica con una maggior integrazione fra istituti statali, comunali e privati.Giorgia Meloni promette «un controllo dei flussi migratori» anche a Roma e l’introduzione del quoziente familiare «in tutte le forme di accesso a servizi sociali e di pagamento di tasse e tariffe comunali». Altre idee sono l’introduzione di un vincolo per chi vuole costruire («In cambio dovrà dare una piccola quantità di alloggi al Comune») e «un meccanismo di premialità per chi denuncia un atto di corruzione», assieme a «specifici corsi anti-corruzione per gli amministratori». Innovativo è il progetto degli asili-nido familiari: una neo-mamma potrà accudire in casa, oltre a suo figlio, altri tre bambini fino a 6 anni e riceverà dal Comune un contributo di 400 euro a bambino (1.200 in totale). E, come prima misura, pensa a «mille ispettori per strada, per notificare multe salatissime a chi sporca la città e imbratta i muri». Netta contrarietà, infine, a eventuali iniziative in materia di fine vita.Deciso è il programma di Mario Adinolfi, esponente del Popolo della Famiglia. Oltre al quoziente familiare e a maggiori sostegni ai Cav (Centri di Aiuto alla Vita), prevede un bonus di 2.500 euro per ogni nato e per ogni matrimonio fra "under 35". Nega l’applicazione della legge sulle unioni civili («Sono pronto a farmi arrestare»), e si dichiara a favore della chiusura totale del centro storico al traffico privato, incentivando «dentro la Ztl le corse a tariffa fissa dei taxi».LE INTERVISTE INTEGRALI SU AVVENIRE DI DOMENICA