Omicidio colposo: questo il reato ipotizzato dalla Procura di Roma in relazione alla morte delneonato avvenuta il 28 agosto scorso al policlinico Casilino. Al momento nel registro degli indagati, nel fascicolo aperto dal pm di turno Francesco Caporale (che compiuti gli atti urgenti invierà il fascicolo al pool specializzato in colpe professionali), non ci sono iscritti.La cartella clinica è stata posta sotto sequestro dai carabinieri. I genitori, il padre operaio di 30 anni e la madre una casalinga di 26 anni, sospettano che dietro al decesso ci siano negligenze da parte del personale medico: nella denuncia hanno segnalato che poco prima del parto, avvenuto con un taglio cesareo, c'era anche stato un diverbio tra due ostetriche sulle modalità di intervento da eseguire. Secondo quanto accertato dagli inquirenti il bambino è nato sano (pesava 3,50 kg) e quindi un eventuale diverbio intercorso prima del cesareo non avrebbe avuto effetti negativi sul nascituro. Il piccolo invece, avrebbe avuto problemi respiratori nelle ore successive al parto, forse dovuti all'ingerimento di liquido amniotico.Messo in incubatrice, nel corso della notte, si sarebbe inavvertitamente tolto l'ausilio meccanico senza che nessuno intervenisse prontamente.
IL RACCONTO DEL PADRE«Voglio giustizia e verità - è lo sfogo del padre del bimbo, che ha altre due figlie di 3 e 6 anni - se c'è qualcuno che ha sbagliato paghi. Voglio spiegazioni: ci sono tante cose che già dal primo giorno sono andate storte. Ad oggi io non so perché mio figlio è morto. Non mi sembra sia stato fatto il massimo, per me ci sono state delle negligenze».«Il 26 agosto - racconta l'uomo - mia moglie ha partorito con un cesareo, circa 14 giorni prima dell'intervento programmato, perchè aveva dei dolori. Poco prima due ostetriche hanno avuto un diverbio sulla necessità di procedere o meno con l'intervento, credo per un problema di cambio turno. Visto che mia moglie continuava ad avere dolori, però, ho insistito perchè venisse fatto il cesareo. Alle 20.47 è nato il bimbo e gli hanno fatto credo interventi di routine. Poco dopo lo hanno intubato perchè, ci hanno detto, aveva problemi respiratori. La mattina dopo ci hanno detto che durante la notte mio figlio si era tolto il tubo da solo. Nel pomeriggio sembrava che le condizioni stessero migliorando ma la mattina del 28 agosto ci hanno detto che la situazione era peggiorata per una crisi respiratoria durante la notte. A un certo punto - spiega l'uomo - ci hanno anche detto che non si trattava più di un problema respiratorio ma di un problema metabolico e che a quel punto si pensava di trasferirlo prima al Bambino Gesù, poi all'Umberto I perchè lì c'era posto. Mentre aspettavamo l'ambulanza per il trasporto le condizioni del bimbo sono diventate sempre più critiche. Quando hanno provato a fare il trasporto ci hanno detto che non c'era più niente da fare».