Roma. Funerali di Gaia e Camilla, il parroco: tragedia insensata, riflettiamo
«Siamo abituati a vivere tra tecnologie e innovazione eppure brancoliamo nel buio ed è quello su cui dobbiamo riflettere: su questa ora buia. Ecco, quello di oggi è il grande abbraccio che diamo ai genitori di Gaia e Camilla, in questa ora così buia». Così ha esordito il parroco don Gianni Matteo Botto nel corso dell'omelia ai funerali di Gaia e Camilla, sottolineando «l'insensatezza di ciò che è avvenuto». L'omelia del sacerdote si è basata su tre parole-chiave: buio, speranza e amore, «l'amore che dà senso alla vita».
Amici, parenti, compagni di classe e tanti cittadini comuni hanno gremito la chiesa per stringersi attorno ai familiari di Gaia e Camilla, le due 16enni investite e uccise nella notte tra sabato e domenica scorsi a Corso Francia, nel giorno del dolore. È piena la parrocchia del Preziosissimo Sangue, in via Flaminia Vecchia a Roma Nord, dopo che ieri si è tenuta una veglia di preghiera in loro memoria. All'esterno della chiesa diverse corone di fiori, mentre appena all'entrata, sulla navata, due foto delle ragazze sopra un leggio accolgono chi vi fa ingresso: sotto stelle di Natale e altri fiori. Le telecamere restano fuori dalla parrocchia come richiesto dai familiari delle ragazze.
«La vita non ha senso, è ingiusta, se la inquadriamo solo da quaggiù, ma acquista un senso se la inquadriamo alla luce della vita eterna, che Dio nel suo amore ci prepara», ha detto ancora il parroco. Riflettendo sul «fondamento della nostra speranza nel buio della vita», il sacerdote ha ricordato le parole di Gesù, che, «rivolte alle nostre ragazze, dice loro: "dico a voi, alzatevi!"», incoraggiando le famiglie delle giovani che hanno perso la vita a guardare al «dono del Paradiso», che «Cristo dischiude alla nostra vita quando termina qui sulla terra».
Quindi, ancora un pensiero per i genitori di Gaia e Camilla: «Se togliamo Dio dalla vita, la nostra vita piomba nel non senso. La realtà è che abbiamo bisogno di Dio, della sua presenza, abbiamo bisogno che Gesù ci salvi. Non è una riflessione che ci darà pace ma una relazione, quella con Dio». Infine, osservando che «l’amore è ciò che ci fa più soffrire oggi», don Botto ha ribadito che «l’amore è la chiave di tutto». «Il senso della vita non è bersela, fumarsela, passare di piacere in piacere ma è amare – ha aggiunto -. L’amore è la scala della nostra vita che ci porta in cielo».
«Ecco la vera libertà: amare, fare qualcosa di grande nella vita che solo tu puoi fare se inizi ad amare, a prenderti cura degli altri, a non pensare più a diventare ingoiatore di cose, persone, emozioni, ma colui che con il suo amore dona la vita, la fa fiorire».
Il messaggio dei genitori di Gaia
«La morte di un figlio è talmente innaturale da aver reso la nostra condizione indicibile. Anche per questo non abbiamo finora parlato con nessuno e oggi chiediamo rispetto per il nostro dolore e il nostro silenzio». Così, attraverso il loro legale Giulia Bongiorno, i genitori di Gaia, una delle due ragazzine morte nell'incidente stradale a Roma. «Quando troveremo le parole giuste diremo la nostra sulle tante ricostruzioni diffuse dai media con troppa leggerezza - proseguono -. Gaia era piena di gioia di vivere, ma era anche matura e responsabile». «Chi perde il coniuge è vedovo, chi perde i genitori è orfano. Chi, come noi, perde una figlia non ha nemmeno un nome che lo definisca: la morte di un figlio è talmente innaturale da aver reso la nostra condizione indicibile, è letteralmente "qualcosa che non può essere detto". Anche per questo non abbiamo finora parlato con nessuno e oggi chiediamo rispetto per il nostro dolore e il nostro silenzio», dicono, attraverso il loro avvocato Giulia Bongiorno, Gabriella Saracino e Edward von Freymann. «Quando troveremo le parole giuste parleremo, e diremo la nostra sulle tante ricostruzioni che in questi giorni sono state diffuse dai media con troppa leggerezza - continuano-. Per il momento, invitiamo alla prudenza e alla scrupolosità chi scrive di questa tragedia. Gaia ci manca moltissimo. Per questo desideriamo ringraziare chi ha pianto con noi, chi ci ha offerto conforto e sostegno».