Invitando alla «fraternità universale», all'accoglienza di persone «di tutte le nazioni e di tutte le lingue», e all'accettazione delle «legittime diversità umane», il Papa ha detto la sua ieri sulle polemiche che da giorni accompagnano le espulsioni delle comunità rom decise in Francia da Nicolas Sarkozy. Salutando proprio i pellegrini di lingua francese, al termine dell'Angelus nel cortile interno del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo, Benedetto XVI ha sottolineato come la chiamata di tutti gli uomini «alla salvezza», di cui ieri parlavano i testi liturgici, sia «anche un invito a saper accogliere le legittime diversità umane», sulle orme «di Gesù venuto a riunire gli uomini di tutte le nazioni e di tutte le lingue». «Cari genitori - ha aggiunto Ratzinger sempre in francese -, possiate educare i vostri figli alla fraternità universale». L'appello del Pontefice alla fratellanza e all'accoglienza non era certo casuale in giorni caratterizzati da aspre discussioni sugli smantellamenti di campi nomadi in Francia e sui rimpatri di intere comunità rom di origine bulgara o romena. Da giorni lo stesso Vaticano, tramite il segretario del Pontificio Consiglio per i migranti e gli itineranti, monsignor Agostino Marchetto, aveva fatto sapere che tali rimpatri violano le regole dell'Unione Europea, la quale «proibisce espulsioni collettive e dice che se non c'è un grave pericolo per la sicurezza non ci può essere espulsione».Sabato, poi, il direttore generale della Fondazione Migrantes della Cei, monsignor Giancarlo Perego, denunciando la «politica discriminatoria» verso i rom non solo in Francia ma anche in Italia, aveva definito «illegittimi» i rimpatri decisi da Sarkozy, perchè riguardano persone «che hanno il diritto di movimento in Europa e d'insediamento». Un diritto, questo, stabilito dall'Ue, che secondo i vescovi chiude la strada anche al proclama del ministro dell'Interno Roberto Maroni di voler arrivare alla «possibilità di espellere anche i cittadini comunitari». La polemica sui rimpatri di rom, comunque, infuria più che mai in Francia, con dichiarazioni molto dure proprio da parte di uomini di Chiesa. L'arcivescovo di Aix-en-Provence e Arles, Christopher Dufour, testimone dello sgombero di un campo nomadi, ha invece fatto appello al «rispetto delle persone e della loro dignità».«Cattolici-Sarkozy, il divorzio» titola in prima
Le Journal du dimanche che osserva che «se non è ancora l'ora della rottura, si moltiplicano i segnali di un malessere sempre più profondo tra i cattolici ed il presidente francese».Prima del suo appello all'accoglienza e alla tolleranza, tra l'altro, Benedetto XVI oggi all'Angelus aveva avvertito che «Dio abbassa i superbi e i potenti di questo mondo e innalza gli umili». Aveva quindi pregato per la pace, «specialmente là dove più infierisce l'assurda logica della violenza».