Il caso. Saviano non è invitato alla Buchmesse di Francoforte. E scoppia la polemica
Roberto Saviano all'ultimo Salone del Libro di Torino
Scoppia l'affaire Saviano-Buchmesse. L’Italia sarà l’ospite d’onore alla prossima edizione della più importante fiera del libro internazionale, in programma a Francoforte dal 16 al 20 ottobre. Nell’elenco della spedizione italiana, che conta un centinaio di autori (si va da Alessandro Baricco a Melania Mazzucco a Giulia Caminito, da Gianrico Carofiglio a Chiara Valerio, da Claudio Magris a Dacia Maraini) e preparata dal commissario Mauro Mazza, non compare il nome di Roberto Saviano – così come quelli di Giordano e Piperno («non potranno esserci per altri impegni») e Scurati («era stato invitato ma ha preferito non esserci»). Interrogato sul fatto, Mazza afferma che «Saviano non c'è perché non è stato invitato. Tra i criteri che ci hanno ispirato nella scelta degli autori da un lato c'è stata la volontà di dare spazio alle altre voci possibili e dall'altro presentare autori con opere integralmente originali». Ma lo scrittore ha una spiegazione diversa: «Sono fiero di non essere stato invitato da quello che ritengo il più ignorante governo della storia italiana», e aggiunge: «In risposta il direttore della Fiera Jürgen Boos mi ha invitato a esserci, così come l'Associazione degli Editori tedeschi, l'Associazione dei librai, nonché la tv di Stato Zdf. Insomma, ci hanno provato ancora a censurarmi ma non ci sono riusciti».
Il domino della polemica scatta inesorabile. Si apre una serie di defezioni e distinguo, in solidarietà all’autore di Gomorra. «La prima cosa che ho fatto dopo aver ricevuto l'invito alla Buchmesse è stata chiedere a Roberto Saviano se fosse stato invitato: no. Quindi mi sono fabbricato un impegno alternativo anch'io (c'ho judo)» ha fatto sapere Paolo Giordano. Annunciano che ritirano la loro presenza Sandro Veronesi, Franco Buffoni, Francesco Piccolo. In contemporanea (oltre naturalmente agli scambi paralleli del mondo politico) parte la bagarre dal versante destro: «Io credo – ha detto Stefano Zecchi – che siano delle cose abbastanza grottesche. Se mi si dice, infatti, che Saviano viene censurato vorrei vedere quanto tempo lui sta in televisione e quanto tempo ci sto io. E non credo di essere una figura così tanto inferiore a lui. Sicuramente inferiore ma non tanto. Questa è la prima considerazione. La seconda è che in realtà Saviano doveva essere invitato dalle case editrici». Prende le parti di Mazza anche Paolo Mieli: «Roberto Saviano, uno dei più grandi scrittori italiani, fa fuoco a fiamme ma questa volta, pur essendo suo amico, mi è sembrata abbastanza solida la difesa di Mauro Mazza».
Sulla questione è intervenuta infine l’Associazione Italiana Editori, ricordando che la scelta degli autori ospiti a Francoforte «è frutto di una procedura, fatta di un proficuo dialogo e confronto con i singoli editori e agenti letterari italiani, a partire proprio dalle loro proposte». E continua: «Tra le proposte sulla base delle quali si è costruito il programma mancano ovviamente molti autori tra i quali, almeno fino a oggi, Roberto Saviano. L'Aie non avrebbe mai permesso e non permetterà mai ingerenze esterne rispetto alla volontà degli editori».