Attualità

Medicina. Rivoluzione diabete: l'insulina diventa settimanale

Vito Salinaro martedì 28 maggio 2024

L'insulina settimanale rappresenta una svolta dopo oltre un secolo

Da 365 iniezioni all’anno, una al giorno, a 52, una a settimana: un’autentica rivoluzione per i pazienti con il diabete, 103 anni dopo la scoperta dell’insulina (e 102 dopo la prima somministrazione che avvenne in Canada e che valse il Nobel per la medicina a Frederick Grant Banting e a John James Rickard Macleod). L’Ema (Agenzia europea del farmaco) ha appena approvato la prima insulina settimanale al mondo per il trattamento dei pazienti adulti, aprendo la strada ai conseguenti semafori verdi degli enti regolatori nazionali. Si tratta della molecola Icodec, prodotta dal colosso farmaceutico danese Novo Nordisk (66.000 dipendenti in 80 Paesi e un fatturato di circa 30 miliardi di euro), che promette di cambiare la vita dei tanti pazienti che convivono con una patologia ancora subdola e pericolosa: in Italia il 6% della popolazione, cioè quasi 4 milioni di persone, ma si tratta di un dato sottostimato se si pensa che le mancate diagnosi ammontano a circa 1,5 milioni.

Oggi la terapia prevede che il paziente si somministri l’insulina almeno una volta al giorno con un impatto che va dalla gestione della terapia stessa alla sfera sociale, lavorativa e psicologica della persona e della sua famiglia. Il paziente ha la necessità di dover monitorare e gestire la malattia quotidianamente e programmare la giornata in base a questo. Il numero di iniezioni influisce anche sull’aderenza alla terapia. I dati mostrano che il 50% di chi necessita di terapia insulinica, ritarda di oltre due anni l’inizio del trattamento, con ripercussioni sulla patologia e sulle complicanze. Negli studi clinici di fase 3, riferisce una nota della casa farmaceutica, «l'insulina settimanale ha permesso una riduzione della glicemia rispetto all'insulina basale giornaliera favorendo il controllo glicemico» in particolare «nelle persone con diabete di tipo 2».

Ma questa «questa innovazione è attesa da tempo sia per le persone con diabete di tipo 1 sia per quelle con il tipo 2», dice il professor Angelo Avogaro, primario dell’Unità di Malattie del metabolismo e Diabetologia dell’Azienda ospedaliera universitaria di Padova, e presidente della Società italiana di diabetologia (Sid), il quale va subito al dunque: «Auspichiamo che Aifa dia il suo nulla osta all’approvazione di questa insulina. La necessità della somministrazione quotidiana - aggiunge - può essere stressante e influire sulla continuità di trattamento. La nuova insulina basale viene somministrata sottocute, una sola volta alla settimana, e ha mostrato di migliorare il controllo glicemico, rispetto alla versione giornaliera, senza un aumento del rischio di ipoglicemia». Anzi, rileva la Sid: le formulazioni settimanali rilasciano l'insulina in modo più costante, riducendo i picchi e i cali di zucchero nel sangue e il rischio di ipoglicemia grave. Inoltre, il migliore controllo glicemico a lungo termine può ridurre il rischio di complicazioni come malattie cardiache, ictus, nefropatia e retinopatia.

«Meno iniezioni - riprende Avogaro - offrono più flessibilità per la routine quotidiana, viaggi e attività sociali, con una diminuzione dello stress, dell'ansia e della depressione associati al diabete, con un impatto emotivo inferiore oltre ad un aumento del senso di controllo e di autoefficacia. Una sola iniezione settimanale, poi, può aumentare l’aderenza che è un elemento importante per migliorare gli esiti di salute e ridurre sia i ricoveri ospedalieri sia i costi che ne derivano».

Un appello a «garantire rapidamente» la disponibilità della nuova insulina, arriva anche dal presidente dell’Associazione medici diabetologici, il professor Riccardo Candido, per il quale il nuovo farmaco «rappresenta la prima grande innovazione farmacologica dopo più di un secolo».

Non certo irrilevante, infine, è l’aspetto ambientale: con la terapia settimanale si otterrà un considerevole risparmio del numero di penne utilizzate, a tutto vantaggio della sostenibilità, perché così facendo si ridurranno anche le emissioni di CO2.