Napoli. Ristorante anticlan, salta l'annunciata chiusura
Alcuni collaboratori della cooperativa che gestisce il ristorante Nuova Cucina Organizzata di Casal di Principe
Peppino può tirare un sospiro di sollievo. Peppino è uno dei ragazzi del ristorante “Nco” di Casal di Principe, la Nuova Cucina Organizzata che rischiava di chiudere ieri. C’erano infatti più di 200mila euro dovuti e non erogati alla cooperativa negli ultimi due anni. Adesso, per la prima volta, i segnali di una possibile svolta si sono fatti concreti.
«Il presidente della Regione, Vincenzo De Luca – ha annunciato infatti Tonino De Rosa, responsabile della cooperativa Agropoli che gestisce la “Nco” – ci ha assicurato che sbloccherà entro il 15 gennaio i fondi per il nostro ambito territoriale (erano rimasti bloccati per mancati adempimenti burocratici dell’ambito territoriale, tengono a precisare dalla Regione, ndr) e che interverrà a livello legislativo perché i fondi siano erogati direttamente dall’Asl e dalla Regione». Per il momento, ha spiegato De Rosa, «la chiusura della “Nco” è rinviata al 31 gennaio: è un atto di fiducia nei confronti della Regione».
Quello che era diventato un vero e proprio braccio di ferro, che aveva raggiunto un livello di scontro ai limiti dell’invettiva («Lì dove hanno fallito le pallottole della camorra stanno riuscendo le istituzioni», aveva affermato nei giorni scorsi il presidente della coop) ora assume i contorni di un dialogo proficuo, che in breve tempo potrebbe portare la “Nco” e il Terzo settore casertano (altre coop meno “famose” vantano crediti anche per 500mila euro) fuori dal guado. L’assessore regionale alle Politiche sociali, Lucia Fortini (che ha partecipato all’incontro), ha confermato che «la Regione è pronta persino ad andare incontro alla richiesta di ricevere anticipazioni di cassa (come previsto per le realtà della sanità campana), se ci fosse l’ok del ministero».
Dal canto suo, è intervenuto con una nota in serata anche il governatore campano De Luca, che ha chiesto «un po’ di tempo per capire come muoverci su una materia estremamente complicata nella quale c’è di tutto: volontariato sano, cooperative sociali sane che danno lavoro ai giovani e garantiscono anche percorsi di riabilitazione e di integrazione, ma c’è anche molto altro su cui dobbiamo tenere i riflettori accesi». La Regione ha poi spiegato di voler individuare «un percorso serio di collaborazione stretta, per avere una qualità dei servizi e delle prestazioni sociali di alto livello. Innanzitutto impediamo la chiusura di questa attività e garantiamo le risorse per andare avanti» ha ribadito, promettendo uno stanziamento di 700mila euro complessivi.
Vale la pena ricordare, come raccontato nelle scorse settimane da Avvenire, che la “Nco” offre lavoro e sostegno a persone su cui nessuno scommetterebbe, peraltro in un bene confiscato ai Casalesi. La cooperativa Agropoli, che la gestisce, ha infatti puntato proprio su soggetti fragili, dando vita a un esempio di progetto terapeutico – basato su lavoro, affettività, socialità – e di utilizzo virtuoso di un bene confiscato alle mafie. Adesso, quello che doveva essere il funerale di una realtà a rischio potrebbe coincidere con un “nuovo inizio” per la cooperativa e per il ristorante anticamorra che essa gestisce. Non solo: questa vicenda potrebbe rappresentare un punto di svolta per tutte le altre realtà del Terzo settore della Campania, stando a quel che la Regione ha promesso nel faccia a faccia tenutosi ieri. Per questo Peppino può tornare a sorridere.