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Il lutto. Addio a Rina Biz, che in Veneto ha dedicato tutta la sua vita ai più deboli

Francesco Dal Mas venerdì 8 novembre 2024

Rina Biz

«Sono contenta che siate contenti, perché la dignità della vita e in particolare del lavoro, va difesa e portata avanti con passione, ma anche con entusiasmo». È quanto raccomandava Rina Biz dal letto della malattia. È scomparsa a 91 anni, quasi tutti spesi, fin da quando era bambina, per riscattare i poveri dalla povertà, i fragili dalla fragilità, i disoccupati dall’inoccupazione, la famiglia dalla marginalizzazione. Trevigiana di Orsago, «Rina Biz era un’icona assoluta dell’impegno sociale – così la ricorda Luca Zaia, presidente della Regione Veneto - una persona che è vissuta per la comunità sapendo interpretare come pochi i bisogni della gente».

Operaia delle prime filande del dopoguerra, figlia di una famiglia povera, ma reattiva sul piano sociale, aveva scoperto fin da ragazza le Acli come laboratorio per applicare al meglio il Concilio Vaticano II contro lo sfruttamento dei lavoratori nelle fabbriche dell’allora boom. Da qui anche il sostegno all’allora vescovo di Vittorio Veneto, Albino Luciani, ripetutamente solidale con gli operai ed i mezzadri in sciopero. «Voi siete la primavera della Chiesa» incoraggiava i primi preti operai, come ricorda don Benito Introvigne.

Aperta alla novità politica, ha promosso, oltre ai circoli Acli (fino a diventare dirigente nazionale dell’Associazione), anche i primi nuclei dei “cristiani per il socialismo”. Tra le figure più rappresentative del cattolicesimo democratico e sociale in Veneto, Biz ha dedicato la seconda parte della sua vita a promuovere direttamente il lavoro inclusivo, fino a fondare la Cooperativa “Insieme si può”, la più numerosa in Veneto, ai suoi tempi, per soci lavoratori. «Il sogno di Rina, nato oltre quarant’anni fa con la cooperativa, è diventato un progetto solido e ben radicato, che continua a generare buoni frutti, dando lavoro a molte persone, ponendo una forte attenzione all’occupazione femminile e restando fedele alla capacità di intercettare i bisogni delle nostre comunità, dando una risposta sociale alle fragilità», ricorda Raffaella Da Ros, presidente della cooperativa sociale “Insieme Si Può”. “Progetto” era la parola magica di questa donna; “progettare” è stato il suo imperativo di vita. Guardare avanti, quindi, a sempre nuovi scenari,

Proprio per questo aveva accompagnato la creazione dei 1.200 posti di lavoro nel sociale con un’anima culturale, “Ispirazione Onlus”. Luisa Faldini, che le è stata vicina per 17 anni, così la saluta: «Chi ti ha conosciuto sa che leonessa fossi, in un mondo al maschile, e quanto credessi al valore del lavoro e della cultura. Mancherai a tutti noi, ma son certa che tu ora stia bene, al cospetto del Signore in cui credevi fermamente, con fede genuina e vera. Vera come sei sempre stata tu, in tutta la tua vita operosa, ricca di meritati successi e mai priva di impegno e dedizione al prossimo». Lunedì, alle 14.30, nella parrocchiale di Orsago, le esequie.

Afferma ancora Zaia: «Sono certo che Rina lascerà un grande vuoto ma anche un’eredità immensa sia dal punto di vista imprenditoriale che da quello civile e anche spirituale; fin da giovane è stata mossa dai sentimenti di una grande credente. Un vero esempio di rispetto e inclusività: profondamente cristiana, ha portato i suoi valori nella vita di tutti i giorni e li ha messi in pratica nella laicità».