Il governo ha incassato al Senato la fiducia sul maxiemendamento che sostituisce interamente il ddl di riforma della scuola con 159 sì, 112 no e nessun astenuto. Quattro i senatori del Partito democratico che non hanno partecipato al voto: Corradino Mineo, Walter Tocci, Roberto Ruta e Felice Casson, quest'ultimo assente. Tra le proteste ora il provvedimento passa alla Camera dove è atteso in aula il 7 luglio prossimo.Il
ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, ha inviato un sms al premier Matteo Renzi: "Cel'abbiamo fatta", ha scritto il ministro. In un successivo comunicato, il ministro esprime. "Questa legge prevede il rilancio del nostro sistema di istruzione attraverso un cambiamento culturale che mette al centro questi principi:
autonomia, trasparenza, responsabilità, valutazione e merito - afferma Giannini -. Il provvedimento prevede un finanziamento aggiuntivo di 3 miliardi a regime sul capitolo istruzione e un piano straordinario di assunzioni per dare alla scuola i docenti di cui ha bisogno. I concorsi per gli insegnanti tornano ad essere banditi regolarmente: il primo sarà indetto entro quest'anno. Il ddl mette al centro l'autonomia scolastica: si danno gli strumenti finanziari e operativi ai dirigenti per poterla realizzare. Ovvero più risorse economiche (raddoppiato il Fondo di funzionamento delle scuole) e più risorse umane (ogni istituto avrà in media 7 docenti in più per i progetti e il potenziamento della didattica). Agli studenti - spiega il Miur nella nota - viene garantita un'offerta formativa più ricca che guarda alla tradizione (più Musica e Arte), ma anche al futuro (più Lingue, competenze digitali, Economia). L'intera comunità scolastica è coinvolta dell'elaborazione del Piano dell'offerta formativa, il documento costitutivo nell'identità culturale e progettuale di ogni istituto. Nel ddl ci sono risorse per la formazione e l'aggiornamento dei docenti e la loro valorizzazione. Continua l'investimento dello Stato sull'edilizia scolastica, con fondi per gli interventi di manutenzione, ma anche per la costruzione di strutture innovative". Dal canto suo il sottosegretario
Davide Faraone ha commentato: "Andiamo avanti con impegno perché la Buona scuola sia realtà concreta già dal prossimo anno scolastico. I tempi sono stretti ma siamo animati dalla ferma convinzione che sia arrivato il momento di cambiare questo Paese. Il testo approvato oggi in Senato risponde a questa esigenza: accoglie le proposte di modifica emerse dentro e fuori il Parlamento, riducendo significativamente i tempi di approvazione della riforma per favorire le assunzioni degli oltre 100 mila precari".
La protesta dei lumini rossi Lumini rossi sui banchi del Senato "per celebrare il funerale della scuola". Così i senatori del M5s hanno accolto l'annuncio del voto di fiducia per il maxiemendamento. Il lumino rosso è uno dei simboli della protesta degli insegnanti contro la riforma della scuola.
Le proteste degli studenti...All'alba le organizzazioni sindacali e l'Unione degli Studenti hanno organizzato una serie di blitz al ministero dell'istruzione e in altri luoghi simbolo di Roma,nel giorno del voto di fiducia al Senato sulla riformadella scuola e annunciano nuove iniziative di lotta a partire dall'avvio del prossimo anno scolastico. ...
e quella dei sindacati"L'apposizione della fiducia e l'approvazione al Senato del DDL Buona Scuola è la rappresentazione dell'arroganza di un governo che non ha mai avuto l'intenzione di ascoltare il mondo della scuola": così
Gianna Fracassi, segretaria confederale della Cgil, ha commentato il voto di fiducia. "C'erano altre strade - continua Fracassi - per garantire sia l'immissione in ruolo dei precari che una discussione approfondita sulresto del provvedimento: non si sono volute percorrere, minacciando econtrapponendo, in una sorta di ricatto, la stabilizzazione delpersonale con la possibilità del Parlamento di svolgere fino in fondoil proprio ruolo". "L'offesa alla scuola è arrivata. Dura, cercata, voluta. È giunta con un voto di fiducia imposto contro ogni regola di buon senso e di saggezza politica, vista la delicatezza di una materia così complessa, centrale per la vita del Paese e il suo futuro. Il governo ha ottenuto la fiducia del Senato, ma ha cocciutamente voluto perdere quella della Scuola. Non ci rassegniamo all'arroganza di chi non ha voluto ascoltare le ragioni di una protesta a cui hanno partecipato, oltre ai lavoratori del settore,anche famiglie, studenti, parti importanti della società civile"; è l'opinione di
Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola.