Televisione. Riforma Rai, via libera del governo
E' stato approvato oggi pomeriggio dal consiglio dei ministri il disegno di legge sulla Rai. La riforma prevede di sostituire il sistema di governance con un consiglio di amministrazione di sette membri di cui quattro espressi dal parlamento, uno dall'azionista (cioè dal ministero dell'Economia) e uno che rappresenta i dipendenti. Inoltre, si contempla un amministratore delegato con pieni poteri indicato anche questo dal Tesoro. Ed è questo il punto più critico della riforma perché molti sostengono che il legame tra l'esecutivo e l'azienda Rai continuerebbe ad essere troppo diretto. Resta l'istituto della commissione di vigilanza. Quando parliamo di Rai parliamo di un patrimonio del nostro Paese che i governi pro tempore posseggono, ma che in realtà possiedono i cittadini. "La Rai rappresenta un pezzo dell'identità italiana" ha detto il presidente del consiglio, Matteo Renzi, al termine del Cdm. "La Rai deve essere liberata dal dibattito frustrante tra singole forze politiche" ha aggiunto. Sulla riforma "al Parlamento non imponiamo alcun decreto ma chiediamo di discutere nei tempi più stretti possibile" ha detto ancora Renzi. Il premier ha poi affrontato la questione del canone. "Appartengo a una cultura che avrebbe voluto eliminare il canone Rai e lasciare la fiscalità generale a pagare servizio pubblico radio televisivo. Ma è molto complesso, vedremo". "Nel ddl - ha aggiunto - non c'è un impegno nell'uno o nell'altro senso, vorremmo che non ci fosse un'evasione così allucinante "Mi auguro che il Parlamento possa rapidamente arrivare all'approvazione definitiva, per consentirci anche in occasione del rinnovo del Cda di poter già applicare la nuova disciplina". Così il ministro Maria Elena Boschi da Torino. Dure critiche da Fi. "Leggeremo il testo del disegno di legge governativo, se e quando sarà disponibile. Ma dico fin d'ora che, personalmente, resto favorevole all'ipotesi della privatizzazione della Rai, unica via per l'uscita vera dei partiti dal servizio pubblico": ha detto Daniele Capezzone, presidente della Commissione Finanze della Camera. "Se invece altri (in primo luogo, il Governo) intendono mantenere l'attuale modello di servizio pubblico - ha aggiunto - allora è impensabile l'idea di una concentrazione eccessiva di potere, in qualunque salsa, avendo come riferimento il Governo. Altrimenti, si passerà dal pessimo controllo da parte dei partiti all'ancora peggiore controllo da parte di un solo partito".