C’è molta preoccupazione nel mondo della disabilità per le "indiscrezioni" sulla riforma dell’Isee, l’Indicatore della situazione economica equivalente. In particolare per l’ipotesi che nel calcolo siano inseriti anche le provvidenze assistenziali, come l’indennità di accompagnamento e le pensioni di invalidità, attualmente escluse. E ancora di più che il nuovo Isee sia utilizzato proprio per ottenere tali provvidenze.Una "rivoluzione" allarmante soprattutto per le famiglie dei disabili. Che si attivano anche con incontri coi partiti, come quello tra l’associazione "Rinnovamento democratico" e una delegazione del gruppo Udc alla Camera (Galletti, Binetti e Delfino), proprio sulla «necessità di mantenere l’indennità di accompagnamento per non precludere indipendenza e inclusione».«Quelle provvidenze non si toccano!», titolava molto significativamente ieri il sito "Superando.it", il più noto del mondo dell’handicap. Tutto nasce dal decreto, che sarà varato entro il 31 maggio, e che modificherà profondamente l’indicatore. Le intenzioni del governo sono state spiegate lunedì dal sottosegretario al Welfare, Maria Cecilia Guerra, che ha incontrato sindacati e le federazioni più rappresentative delle persone con disabilità, Fand e Fish. Dopo le preoccupazioni espresse negli incontri una nota del ministero ha voluto precisare che «come previsto dalla legge, l’indicatore dovrà adottare una definizione di reddito più vicina a quella di reddito disponibile, mediante la considerazione sia dei redditi esenti che di quelli assoggettati a imposta a titolo definitivo». Dunque la conferma che saranno considerati anche "accompagno" e pensione di invalidità. Certo, sempre la nota aggiunge che la riforma «dovrà prestare particolare attenzione alle famiglie con almeno tre figli e a quelle in cui sono presenti persone con disabilità», ma questo non placa l’allarme. Giovanni Pagano, presidente della Fand spiega di aver «ribadito al sottosegretario che l’indennità di accompagnamento deve essere concessa al solo titolo della minorazione. E che gli assegni e le pensioni dei disabili costituiscono livelli essenziali di assistenza economica e come tali non formano reddito. La risposta – ha aggiunto Pagano – è stata che qualora rientrino nel calcolo Isee saranno soggette a detrazioni, ma è un’ipotesi che non ci piace: ci sono disabili gravi che non hanno una badante ma si fanno assistere dalla famiglia. In quel caso non c’è nulla da detrarre». Pagano, infine, nel caso passassero queste modifiche, non esclude «di entrare in stato di agitazione e se necessario ricorrere alla piazza». Anche il presidente della Fish, Pietro Barbieri ribadisce «la risoluta contrarietà a qualsiasi misura che possa privare le persone con disabilità di ciò che troppo spesso è l’unico sostegno ad una vita dignitosa. Quindi, va esclusa con decisione l’applicazione dell’Isee a quelle provvidenze. Su questo siamo pronti ad ogni iniziativa di protesta civile ma rigorosa».La Cisl, infine, come spiega il segretario confederale, Pietro Cerrito, dice sì ad una riforma dell’Isee ma, precisa, «questo significa non tagliare, ma spostare risorse verso le famiglie in difficoltà e più bisognose, proprio per garantire una riforma nel segno dell’equità sociale».