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POLITICA. La riforma della Giustizia incassa il «sì» della Lega

lunedì 7 marzo 2011
La riforma "epocale" della giustizia a cui sta lavorando il governo incassa il via libera della Lega. "Ci sarà il nostro appoggio" annuncia il leader del Carroccio, Umberto Bossi. Sarà un sostegno convinto perché, spiega il Senatur, il sì leghista non è "merce di scambio" con il Federalismo. Il piano del governo di mettere mano alla Costituzione per riformare la giustizia allarma invece l'opposizione: "L'obiettivo è solo quello di tenere alto lo scontro con la magistratura per giustificare le leggi ad personam", attacca il presidente del Pd Rosy Bindi.Gianfranco Fini è più prudente ("Se e quando sarà presentata la valuteremo"), ma i deputati futuristi annunciano già battaglia contro la riforma. Sarà "un Vietnam parlamentare", avverte Carmelo Briguglio, che aggiunge: di "epocale" ci sarà solo la guerra per bloccare questa riforma. Paventa invece un disegno piduista il finiano Fabia Granata, convinto che il governo stia ipotizzando "la demolizione" dello stato di diritto. "Gelli sarebbe stato più moderato", ironizza il deputato futurista secondo il quale Pm sottomessi al Governo o la fine della obbligatorietà dell'azione penale "significa andare oltre le leggi ad personam". Pesante anche il giudizio dell'Idv, che parla di "pericolosa deriva fascista" e di democrazia a rischio."La riforma della giustizia è nel programma di governo e si farà. È una riforma nell'interesse dei cittadini", ribatte però il ministro Gianfranco Rotondi che sente di escludere che possa avere "un nesso con le vicende di Berlusconi". Una teoria che sostiene anche la Lega, almeno a giudicare dalle riflessioni fatte in occasione della festa del partito a Bergamo da Roberto Calderoli. "Se parliamo di riforma costituzionale è evidente che nessuna di quelle misure andrà a ricadere sui processi a Berlusconi". Per questo anche il Carroccio sta "lavorando sulla proposta che verrà portata al Consiglio dei ministri, su cui stanno lavorando tutte le parti del governo". Con esiti incerti, tuttavia, visto che il ministro Giorgia Meloni, dopo aver bocciato il ritorno dell'immunità senza una nuova legge elettorale ("impossibile in un Parlamento di 'nominatì) afferma: "Vedremo le carte, la questione è complessa. Un tema come la separazione delle carriere mi sento di sostenerlo. Altre questioni sono da vedere più a fondo, come la discrezionalità dell'azione penale".Di fronte alla complessità e alla vastità delle questioni toccate dal progetto di riforma costituzionale anche l'opposizione, però, si attrezza. Il leader dell'Api, Francesco Rutelli, sostiene che il Terzo Polo dovrebbe presentare una sua proposta di riforma: "Nei prossimi giorni con Udc e Fli definiremo le condizioni per un intervento in materia" annuncia, avvertendo che "la porta è chiusa" ad ogni leggina ad personam. Il Pd chiede invece la convocazione degli Stati Generali della giustizia, con magistrati, giudici, avvocati, associazioni per la tutela dei diritti dei cittadini. Intanto, il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, boccia le novità "epocali" promesse da Berlusconi: quella del Governo, dice, è una "controriforma".