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Riforma. Cittadinanza, 725 adesioni al digiuno. Anche Zanotelli, Fresu e Piano

Roberta d'Angelo e Redazione Internet lunedì 9 ottobre 2017

Maestre della scuola primaria "Iqbal Masih" che hanno aderito allo sciopero della fame

Crescono le adesioni all'iniziativa "Non è mai troppo tardi", a sostegno dell'approvazione della legge sulla cittadinanza (ius culturae), sciopero della fame a staffetta. Il senatore Luigi Manconi, che è tra i promotori, rende noto sono 725 le persone che partecipano al digiuno. Tra le ultime adesioni ci sono il musicista Paolo Fresu, l'architetto Renzo Piano, il sottosegretario al lavoro Luigi Bobba, il padre comboniano Alex Zanotelli, l'assessore alla scuola del comune di Torino Federica Patti, il senatore Giancarlo Sangalli, il regista Andrea Segre e la scrittrice Chiara Valerio". Tra i sostenitori dell'iniziativa spiccano nomi di rappresentanti del governo: primo fra tutti il ministro Graziano Delrio, ma anche i viceministri Mario Giro, Benedetto Della Vedova e Andrea Olivero.

Negli ultimi giorni avevano dichiarato la loro adesione alla staffetta anche il fondatore di "Libera" don Luigi Ciotti, i deputati dem Edoardo Patriarca e Khalid Chaouki. E poi il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, la presidente della commissione parlamentare Antimafia Rosi Bindi, l’europarlamentare David Sassoli, Francesca Chiavacci e Filippo Miraglia, presidente e vicepresidente dell’Arci. «È una legge giusta e va approvata adesso», dice la presidente dell’Antimafia Bindi dando notizia dell’adesione dal profilo Twitter. «Un primo risultato è stato raggiunto: quello che sembrava un provvedimento irreparabilmente archiviato e un tema destinato all’oblio è tornato all’attenzione dell’opinione pubblica - conclude Manconi -. Il cammino resta ancora lungo e arduo, ma vale la pena provarci».

Per il 13 ottobre il movimento "Italiani senza cittadinanza" insieme a "L’Italia sono anch’io" ha organizzato a piazza Montecitorio il Cittadinanza Day, in occasione del secondo anniversario dell’approvazione del testo alla Camera. Alla mobilitazione parteciperanno diverse associazione ma anche gli insegnanti e i docenti universitari, che per primi hanno lanciato l’iniziativa dello sciopero della fame.

Passa dunque virtualmente di mano in mano il testimone dell’iniziativa attuata dal 3 ottobre da oltre 900 insegnanti di tante scuole italiane su sollecitazione di Franco Lorenzoni ed Eraldo Affinati, assicura il senatore Luigi Manconi, che continua a raccogliere firme per convincere il governo a non fermarsi. E l’esecutivo va avanti. Nella speranza di inserire il provvedimento in calendario prima della manovra, sia pure dopo le dovute verifiche dei numeri.

Il premier Paolo Gentiloni lascia la palla al ministro per i Rapporti con il Parlamento. E Anna Finocchiaro si incrocia con la parlamentare di Ap Simona Vicari, che dopo mesi di braccio di ferro ha riaperto la trattativa sulla base di una proposta di modifica. «Abbiamo ricevuto informalmente dei riscontri – spiega Vicari –. Ho parlato con il ministro Anna Finocchiaro, donna di grande sensibilità e capacità. Ci siamo guardate, ci siamo dette due parole e abbiamo capito che se ci daranno la possibilità di andare un minimo avanti e non fare tristi battaglie elettorali ce la possiamo fare. Sono molto fiduciosa», ragiona la senatrice centrista, convinta che lo sciopero della fame non sia un contributo concreto: «È più utile dialogare nel merito», dice.

Don Luigi Ciotti ha spiegato la sua adesione: “La legge non è solo giusta ma responsabile e lungimirante”, afferma in una nota il fondatore del Gruppo Abele e di Libera. “La condivisione dei diritti e dei doveri – aggiunge il sacerdote – è la strada per costruire un futuro di pace e un Paese unito dal bene comune”. Per don Ciotti, “il primo ‘ius’ non è quello del suolo, o del sangue, ma quello che parte dal nostro impegno e dalle nostre coscienze”.