Continua ad aprire interrogativi il contenuto del pacchetto sicurezza, anche nella parte che prevede l’obbligo del permesso di soggiorno per poter registrare all’anagrafe i matrimoni e i bambini appena nati. Una preoccupazione in più per le coppie in cui anche solo uno dei componenti è in condizione di irregolarità. Le nuove norme, pensate per contrastare la piaga dei matrimoni di comodo conclusi al fine di ottenere la cittadinanza italiana, prevedono che in caso di nozze tra cittadino italiano ed extracomunitario quest’ultimo sia provvisto di permesso di soggiorno per potere registrare l’atto e renderlo quindi valido a tutti gli effetti. «Impedire la registrazione quando uno dei nubendi è privo del permesso di soggiorno può trasformarsi, di fatto, in un impedi- mento dell’esercizio di sposarsi e di formare una famiglia – sottolinea l’avvocato Laura Corona, dell’Ufficio giuridico del Forum delle Associazioni familiari – anche se nella mente del legislatore la misura è stata pensata per impedire i matrimoni fittizi». Un’altra conseguenza riguarda i nuovi nati. «L’ufficiale di stato civile non potrà più ricevere la dichiarazione di nascita e nemmeno la dichiarazione di riconoscimento del figlio naturale da parte di genitori stranieri privi del permesso di soggiorno – spiega l’avvocato Corona –. Il rischio è che questi bambini diventino 'invisibili' e che siano sprovvisti di documenti da cui risulti un rapporto di filiazione». In sostanza «i bambini nati da persone prive del passaporto potrebbero, se nati in ospedale, correre il rischio di non essere più riconsegnati ai genitori clandestini e di veder aprire a loro carico un procedimento per stato d’abbandono ». E a poco servirebbe il permesso di soggiorno di sei mesi previsto dalla legge Bossi-Fini per le donne incinte. «Nella realtà pochissimi fanno questa richiesta perché comporta l’emersione della loro situazione e quindi l’obbligo, una volta trascorso questo periodo, di tornare nel proprio Paese – osserva Corona –. Senza contare che chi è del tutto privo dei documenti non è neppure nelle condizioni di chiedere il permesso per cura».