I migranti non possono essere respinti senza controllare se si tratta di profughi. L’Alto commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay, condanna i governi che mandano indietro come «rifiuti tossici» barche cariche di uomini e donne forse in fuga da guerre e persecuzioni. Nel Mediterraneo come nel Golfo di Aden, nei Caraibi e nell’Oceano indiano. E cita il caso della strage per inedia sul gommone di eritrei, scaricato da Malta verso l’Italia. Un richiamo che, nonostante sembri più indirizzato a La Valletta che a Roma – anche se sui rom sono critiche esplicite all’Italia – si trasforma in un caso politico. ll ministero degli Esteri respinge al mittente le critiche: «Evidentemente non sono rivolte all’Italia». La Lega insorge e attacca l’Onu. E l’opposizione – Pd, Udc e Idv – è tutta con Pillay. I rilievi dell’Alto commissario sono nel discorso inaugurale alla XXI sessione del Consiglio dell’Onu dei diritti umani, che sarà pronunciato oggi a Ginevra. Il testo ieri è stato anticipato alle agenzie. «La pratica della detenzione dei migranti irregolari, della loro criminalizzazione e dei maltrattamenti nel contesto dei controlli delle frontiere deve cessare». Pillay denuncia poi che «partendo dal presupposto che le imbarcazioni in difficoltà trasportano migranti, le navi le oltrepassano ignorando le suppliche d’aiuto, in violazione dei diritto internazionale». Così accade che vengano «abbandonati e respinti senza verificare in modo adeguato se stanno fuggendo da persecuzioni». Dove l’Alto commissario per i diritti cita esplicitamente il nostro Paese è sugli zingari: «In Italia vi è abbondante documentazione di discriminazioni e trattamenti degradanti nei confronti della popolazione rom». Pillay si dice «consapevole degli sforzi fatti in buona fede per risolvere il problema», ma «ancora molto deve essere fatto». Discriminazioni, secondo Pillay, sono diffuse in 16 Paesi europei, come Ungheria, Francia, Irlanda e Porto- gallo. Ma sono le generiche accuse sui migranti che scatenano la polemica. A partire dalla Farnesina. «Il richiamo alle violazioni del diritto internazionale non è evidentemente rivolto all’Italia », recita una nota del ministero degli Esteri. Ribadendo che «le regole del diritto internazionale costituiscono il caposaldo dell’azione del Governo italiano», il ministero auspica che «tutti facciano la loro parte ». E precisa: «l’Italia è il Paese che ha salvato il maggior numero di vite umane nel Mediterraneo». A Ginevra oggi lo proverà. Repliche a raffica dal Pdl. Per Margherita Boniver, presidente del Comitato Schengen, sono «accuse infamanti ». «Politicamente irricevibili », fa eco il portavoce del Pdl Daniele Capezzone. L’Onu farebbe bene «a concentrare l’attenzione» sui «tanti regimi» che «creano le premesse degli esodi di massa», replica Maurizio Gasparri. Ancora più dura la Lega: «Basta ricordare Rwanda e Srebrenica – sibila Piergiorgio Stiffoni – è questa l’unica risposta all’Onu ». E Carolina Lussana dice che l’Onu «avrebbe fatto bene a intervenire sui maltrattamenti ai bambini rom costretti a mendicare o rubare dalle loro famiglie». Tutta con Pillay l’opposizione. «Qualcuno pensa di tappare la bocca anche all’Onu con ricatti morali?», replica dal Pd Rosy Bindi. «Il tema dell’asilo – afferma Anna Finocchiaro – è una questione troppo importante per essere lasciata alla propaganda della Lega o del primo portavoce che passa». «Grazie alla Lega l’Italia è diventata sinonimo di 'pizza, mandolino e manganello'», ironizza Savino Pezzotta dell’Udc. E Luigi De Magistris, europarlamenter Idv, chiede se Berlusconi «spolvererà il vecchio e intramontabile refrain della congiura rossa».