La minoranza Pd di nuovo sulla barricate. Bersani annuncia che non ci sta a fare il "figurante" di un confronto interno in favor di telecamera. Diserterà le quattro ore di confronto organizzate oggi da Matteo Renzi al Nazareno su Rai, fisco, scuola e ambiente. Con lui mancheranno tanti altri esponenti della minoranza Pd, che soprattutto dopo la vicenda Jobs act dichiarano di sentirsi "presi in giro" dal segretario.
"Polemiche sterili e ingiustificate", replica con altrettanta
nettezza Renzi, "stupito" dall'aventino della minoranza.
Il premier dichiara di non comprendere "chi gioca la carta
della polemica interna" a fronte del suo invito al confronto.
"Tutte le principali decisioni di questi 15 mesi", inclusi Jobs
act e riforme, "sono state discusse e votate negli organismi di
partito", sottolinea. E rivendica di essersi sempre misurato su
tutti i temi con un metodo "aperto e inclusivo", tutt'altra cosa
rispetto ai "caminetti ristretti del Pd vecchia maniera".
Ma il segretario non sembra convincere i suoi interlocutori
interni. Chi ha deciso di declinare l'invito, lo fa a titolo
personale. "Nessun ordine di scuderia", assicurano i bersaniani.
Ma di fatto, spiegano, tanti parlamentari di Area riformista e
di Sinistra dem, oltre ai civatiani, domani non parteciperanno.
Ci sarà il capogruppo Roberto Speranza e ci saranno altri
esponenti della minoranza come Francesco Boccia. Ma tanti altri
spiegano di non aver gradito modi e tempi del confronto: "Non si
possono invitare il mercoledì - osserva Nico Stumpo - oltre 400
parlamentari per il venerdì in una sala che contiene 200
persone, a discutere in 4 ore di temi di gran rilievo". "Non mi
sembra una formula utile e seria", dice Alfredo D'Attorre.