"L'Expo sarà una delle chiavi della ripartenza dell'Italia". Matteo Renzi, a Milano per visitare i cantieri dell'Esposizione universale del 2015 "Nutrire il pianeta, energia per la vita", è ottimista. Forse un po' stanco per la lunga battaglia della riforma costituzionale appena conclusa in Senato, ma la verve fiorentina non gli è certo venuta meno. Anzi. E subito coglie l'occasione per fare un paragone tra l'evento e l'esecutivo: "Il cantiere Expo non è la stessa
cosa del cantiere governo, anche perché l'Expo nel 2015 finisce,
il governo no, andrà avanti oltre".
Il presidente del Consiglio è arrivato per la prima volta nell'area di Rho Pero, un enorme cantiere a cielo aperto, in una giornata grigia, anzi nera, piovosa, afosa. Ad accogliero e a guidarlo nella visita il commissario unico, Giuseppe Sala. L'auto, guidata dallo stesso Sala, ha attraversato il
decumano, la strada che percorre il sito da est a ovest. Gli ha mostrato il tragitto dove si trovano Padiglione Zero e i Cluster cioè i padiglioni in cui sono riuniti più Paesi con un tema comune, come il riso o il caffé. Presenti anche i ministri Maurizio Lupi e Maurizio Martina.
Entrando nel tema, Renzi sottolinea che gli operai e le operaie "non stanno
semplicemente costruendo un'opera, non solo padiglioni, ma
stanno costruendo e restituendo l'orgoglio a un Paese che ne ha
bisogno come il pane: ce la faremo, non lasceremo il futuro ai
gufi e a chi scommette sul fallimento. Siamo al lavoro, sarà
tutto pronto per il 1 maggio 2015". E poi rincara la dose, tanto per non smentirsi, e lancia il "No Gufi Day". Così il premier vorrebbe intitolare il prossimo 1° maggio, giorno dell'inaugurazione dell'Expo di Milano. "Voglio scommettere - spiega Renzi - che quando presidente della Repubblica taglierà il nastro dell'Expo sarà un grande giorno per il Paese. So che dovrei essere prudente ma se dovessi
essere pessimista farei un altro mestiere...".
Poi li viene offerto in omaggio un biglietto per l'Expo. E lui ringrazia a modo suo: "Finora sono stati venduti cinque milioni di biglietti. Ma dobbiamo darci un
obiettivo in più, sarebbe molto bello entro l'inizio dell'evento arrivare a dieci milioni venduti".
Ma Expo vuol dire anche infrastrutture, di cui il Paese ha bisogno per ripartire. E il premier ricorda che l'Expo "si collega alla grande esigenza di ripartire sulle infrastrutture, un'esigenza che avrà una cornice molto seria ed equilibrata e il punto di riferimento fondamentale nello sblocca Italia". Non solo: "Il governo spenderà meglio i fondi europei, darà più risorse alle infrastrutture. Palazzo Chigi ha già iniziato a toglierli alle regioni e a darli alle scuole. Continueremo".
Infine una battuta, incalzato dai giornalisti in merito alle polemiche sui suoi incontri con il presidente della Bce, Mario Draghi. "Sì ho visto ieri Draghi - dice secco il premier per tacitare chi dice il contrario -, lo vedo spesso".
Matteo Renzi dovrebbe tornare all'Expo il 16 ottobre, quando sarà a
Milano per l'incontro con i Capi di Stato dei paesi asiatici
assieme a quelli dei 28 paesi europei, "sarà un'occasione significativa durante il semestre europeo italiano".
Nel pomeriggio, rientrato a Roma, il premier ha confermato che in serata incontrerò il presidente della Repubblica Napolitano. In agenda, in particolare, le riforme e la situazione economica del Paese.